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"Bar Sport" by Stefano Benni is a magnificent example of a text filled with homeliness as it describes the author’s compatriots and their drawbacks, far-fetched ambitions and forbidden desires by means of a humorous, paradoxical deformation. In this process, functioning as a kind of a collective, amusing psychotherapy, Benni creates a micro universe in a little bar occupied by bizarre individuals, where, like in a magnifying glass, clearly appears a picture of an average Italian, which prevails in the common, collective imagination of Italians themselves. Therefore this text becomes particularly exotic and incomprehensive for foreigners, due to a width of the so-called ‘silence margin’, which forces the translator to commit heavy interferences in the text or footnotes in order to fill in the informational void that follows it.
IT
"Bar Sport" di Stefano Benni costituisce un ottimo esempio di testo intriso di „familiarità” in quanto ritrae i connazionali dello scrittore allo scopo di metterne in luce – attraverso la deformazione umoristica ed ilparadosso – vizi, velleità e sogni proibiti. La lente d’ingrandimento usata da Benni per tale operazione, che rappresenta una sorta di divertente psicoterapia collettiva, è il microcosmo del bar con le stravaganti figure che lo popolano, dove – come in una cartina al tornasole, per effetto della competitività che lo caratterizza – emerge chiaramente l’immagine dell’italiano medio prevalente nell’immaginario collettivo degli italiani stessi. Si tratta pertanto di un testo particolarmente „esotico” per un lettore straniero, a causa dell’ampiezza della „zona del silenzio” che obbliga il traduttore ad intervenire con pesanti ingerenze nel testo o in calce, allo scopo di ridurla, nel tentativo di ovviare, per quanto possibile, alvuoto informazionale che ne deriva.