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2019 | 10.2 | 161–174

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Performatività e improvvisazione: l’artista Teresa Bandettini Landucci

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Performativity and Improvisation: the Artist Teresa Bandettini Landucci

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IT
Teresa Bandettini (1763–1837) è stata una ballerina e poetessa e soprattutto un’improvvisatrice tra i più acclamati poeti estemporanei alla fine del Settecento. Della gloria di quest’epoca, nella memoria culturale odierna non resta alcuna traccia, e il nome della poetessa improvvisatrice è quasi sparito dalle storie letterarie. A spiegare questa degenerazione del prestigio si può certamente addurre l’inadeguata rappresentazione della scrittura femminile nella memoria storica in generale, ma nel caso specifico di Teresa Bandettini sono due aspetti strettamente collegati tra di loro che hanno portato all’emarginazione dell’artista: essere donna ed essere improvvisatrice. Scopo della presente indagine è di mostrare che da un lato, nel Settecento, il mestiere dell’improvvisazione è uno dei pochi campi culturali nei quali anche le donne possono raggiungere celebrità e notorietà, mentre dall’altro l’improvvisazione come arte performativa non è mai entrata nella memoria culturale occidentale, fondata sulla priorità dello scritto sull’oralità, su documenti stampati e non su fenomeni effimeri, tra cui tutte le varietà di performances. L’improvvisazione, che visse la sua età aurea nella seconda metà del Settecento in rapporto con il concetto dell’entusiasmo è una performance estemporanea caratterizzata dalla presenza fisica, dalla messa in scena del proprio io e dal coinvolgimento del pubblico. L’immediatezza dell’esibizione e l’autenticità dell’artista sono elementi decisivi in questo tipo di prestazione, e tuttavia poco rilevanti per una cultura dello scritto e del duraturo. L’eventuale trascrizione e pubblicazione delle poesie improvvisate non riescono a rimediare alla situazione, perché il carattere orale dei testi è percepito come fenomeno subalterno rispetto alla poesia meditata. L’emarginazione nella storia letteraria della a suo tempo famosissima improvvisatrice Teresa Bandettini può dunque essere ricondotta alla scarsa valorizzazione delle categorie del performativo, dell’orale e dell’effimero.
EN
Teresa Bandettini Landucci (1763–1837) was a dancer, poet, and above all amongst the most acclaimed composers of extemporaneous verse in the late 18 th century. Yet her legacy is all but forgotten, her name virtually unmentioned in histories of literature. Such an omission is a result of the general dismissal of female writing in literary history; but, in the case of Bandettini, it is all the more pronounced because she was an improviser. The aim of this study is to show that, firstly, in the 18 th century, the profession of improvisation was one of the few cultural fields in which women could attain celebrity; and secondly, that the Western emphasis on the written word over orality, on printed documents over ephemeral performances, has meant that improvisation as a performative art has received little recognition or cultural legitimacy. The art of improvisation experienced a golden age in the second half of the 18 th century. This depended upon an expression of enthusiasm within an impromptu performance, characterised by physical presence, the staging of the self, and the involvement of the public. The immediacy of the performance and the authenticity of the artist were decisive elements of this type of performance, though they were rarely recognised within a culture of literacy. Moreover, the transcription and publication of improvised poems could never communicate the nature of these performances and their cultural impact, in part because the oral nature of these texts was considered to be subordinate to meditated poetry. The marginalisation of Bandettini in literary history can therefore be ascribed to the dismissal of categories such as performance, orality, and ephemerality.

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161–174

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Dates

published
2019-11-30
received
2019-04-30
accepted
2019-08-30

Contributors

  • Universität Salzburg

References

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