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2019 | 10.2 | 175–192

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Donne “compositrici” di balli pantomimi in Italia fra Sette e Ottocento

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Women “Composers” of Pantomime Ballets in Italy Between the 18 th and 19 th Centuries

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Il saggio descrive alcuni aspetti della vita e dell’attività artistica di Anna Binetti, Maria De Caro e Giovanna Campilli, “prime ballerine” vissute fra la seconda metà del Settecento e l’inizio dell’Ottocento, con il fine di mettere in luce la loro pratica di coreografe in un’epoca che vedeva questo mestiere riservato per lo più agli uomini. Attraverso i programmi dei balli e altre fonti coeve, il saggio documenta un ambito poco esplorato dagli studi di danza – ovvero la presenza femminile come “soggetto artistico” nel teatro di danza italiano – contestualizzando tale fenomeno nel più ampio panorama culturale dell’epoca e focalizzando l’attenzione su tre casi di donne-coreografe che, se pur isolati e straordinari, possono trovare delle convergenze significative nei luoghi della rappresentazione, Venezia e Napoli in particolare, e in alcune figure, come Jean-Georges Noverre e Maria Carolina d’Asburgo, interessanti a evidenziare possibili reti di rapporti verso cui aprire nuove prospettive di ricerca.
EN
This paper describes some aspects of the lives and artistic activities of Anna Binetti, Maria De Caro, and Giovanna Campilli, “prima ballerinas” who lived between the second half of the 18 th century and the beginning of the 19 th century. This research aims to highlight how these personalities practised as choreographers at a time when this profession was principally a male prerogative. Through the analysis of ballet programmes and contemporary sources, this paper investigates an area that has been little explored in the studies of the history of dance that is, the female presence as an “artistic subject” in the theatre of Italian dance. Thus, this phenomenon is contextualised in the broader cultural landscape of the time and focuses on three case studies of women choreographers who, whilst isolated in their extraordinariness, often converged significantly in their performance venues, in particular in Venice and Naples, and in personalities such as Jean-Georges Noverre and Maria Carolina of Austria. What is most interesting is that this approach highlights possible relationship networks and, thus, may open new avenues of research.

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Issue

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175–192

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Dates

published
2019-11-30
received
2019-04-30
accepted
2019-08-30

Contributors

  • Università degli Studi di Roma “La Sapienza”

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