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2004 | 17 | 85-95

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Problem cierpienia niewinnego u Fiodora Dostojewskiego na podstawie powieści Bracia Karamazow

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Il problema della sofferenza, soprattutto quello delle creature vulnerabili ed innocenti, emerge immancabilmente nella sua drammaticità tutte le volte in cui si prende in considerazione la presenza del male nel mondo e si cerca la giustificazione nell’agire di Dio di fronte ad esso. Ivan ne I fratelli Karamazov, nella ricerca della risposta a tali interrogativi, non ammette la sconfitta dell’intelletto per cui afferma che non si può vivere in un mondo in cui domina la sofferenza immeritata e il male. Dostoevskij in Ivan mostra, che quando non si comprende o piuttosto non si vuole comprendere che anche il mistero della sofferenza dei bambini non si spiega razionalmente, ma si accetta nella fede, tale sofferenza risulta essere strumentalizzata esclusivamente per i piani superiori di Dio. In questo caso, indubbiamente, senza l’aiuto della fede, si risale alla ribellione. L’armonia universale non è fondata sulle lacrime dell’umanità, ma sul mistero della sofferenza del Bene innocente. La sofferenza inutile dei bambini a causa della sua strumentalizzazione per l’armonia eterna è diventata per Ivan una pietra di scandalo. Ciò che Ivan non comprende, il mistero dell’Unico innocente che non è venuto a spiegare il male, ma ad assumere su di sé il male del mondo tutto intero, trova la risposta in Dmitrij, la risposta che converte lo scandalo in espiazione. L’unica risposta, secondo Dostoevskij, che può essere data a Ivan e ai seguaci della sola intelligenza umana, non può essere che quella del Cristo sofferente, espressa dallo scrittore russo tramite Alëša. Senza il Cristo, il Redentore, che fornisce l’unica risposta possibile ed esauriente, ogni tentativo della ragione umana già a priori è destinato a fallire. Il Redentore invece di dare una spiegazione ha voluto caricare tutto il dolore sulle proprie spalle. Solo la sofferenza di Dio può essere data come una risposta al problema del dolore, perché essa contrappone alla sofferenza inutile il vero scandalo della sofferenza del Redentore.

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17

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85-95

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