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L’articolo cerca di mostrare l’applicazione delle regole della reinterpretazione dei dogmi e, precisamente, dei dogmi riguardanti il primato del papa, contenuti nella costituzione dommatica Pastor aeternus del Concilio Vaticano I. Secondo questa regola, si deve prendere in considerazione le circostanze storiche, le quali hanno influenzato il processo della nascita del documento. Nel testo si parla specialmente dell’influsso del conciliarismo, del gallicanismo e dell’episcopalismo sulle dichiarazioni della costituzione. La conoscenza di questo fatto è importante per una adeguata interpretazione della dottrina del Vaticano I. L’articolo è diviso in tre parte. La prima tratta dei principi dell’interpretazione dei dogmi nell’aspetto storico. La seconda descrive il gallicanismo e l’episcopalismo – collegati con il conciliarismo – come le correnti che tendevano alla diminuzione del potere legato al primato del vescovo di Roma. La terza indica brani che possono essere letti come sentenze formulate contra le idee menzionate sopra. Una adeguata lettura della costituzione Pastor aeternus permette di constatare che questo documento, che definisce unilateralmente le principali prerogative del papa, non si pronuncia in realtà contra l’episcopato, ma è aperto ad una corretta comprensione del ruolo del collegio episcopale nella guida della Chiesa.