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EN
The author of the article deals with the issue of a relation of the Church’s ministry of the Word and abruptly developing mass media. His starting point is a positive impact of media on preaching, especially with respect to immense widening of the scope of its influence. The author encourages readers to use mass media in a broadly understood evangelisation. On the other hand he draws readers’ attention to a potential negative impact of mass media on preaching. Influence of mass media may reduce an awareness of divine dimension of preaching, contribute to vanishing of theological understanding of functions of preachers of the Word, adjusting the preached truth to media standards, domination of a picture over a word. Also, the author recognises a need of enhancing traditional aims of preaching by new ones, such as developing reflection skills, showing a difference between a real and virtual world, warning against ethical relativism, defying consumerism, increasing awareness of other people’s needs.
EN
The aim of the paper is to present the basic content of the spirituality of evangelists contained in the fifth chapter of the Apostolic Exhortation of Pope Francis Evangelii gaudium. On the first point, “The concept of spirituality,” it was noted that it focuses on its Christian meaning or relationship with the Holy Spirit. The second point, “The specificity of the spirituality of evangelists,” sought to show characteristics of the spirituality of evangelists mentioned by Pope such as driving through the Holy Spirit, communion with the word of God, union with Christ, the love of the people and pray for him and the personality of the wanderer. In the third point, “The association of the spirituality with the proclamation of the Gospel” cited by Francis sought to justify stressed because of the relationship of spirituality to the efficacy of evangelization. It turned out that it boils down to: motivate the proclamation of the Gospel, providing power to him, bestowal of serenity. The last point highlights recalled by the Pope, this time from the point of view of evangelizers, ways of deepening spirituality. After mobilizing evangelizers to care for their spiritual, by reference to the relationship between the holiness of evangelist and the effectiveness of his ministry, Pope recommendations boil down to pray as part of their comprehensive formation.
PL
Celem artykułu jest ukazanie podstawowych treści dotyczących duchowości głosicieli Ewangelii zawartych w piątym rozdziale adhortacji apostolskiej papieża Franciszka Evangelii gaudium. W punkcie pierwszym, zatytułowanym „Pojęcie duchowości”, zauważono, że koncentruje się ona na chrześcijańskim jej rozumieniu, czyli związku z Duchem Świętym. W punkcie drugim, „Specyfika duchowości głosicieli Ewangelii”, starano się ukazać wymieniane przez papieża cechy charakteryzujące duchowość głosicieli Ewangelii, takie jak: prowadzenie przez Ducha Świętego, obcowanie ze słowem Boga, zjednoczenie z Chrystusem, umiłowanie ludu i modlitwa za niego oraz osobowość wędrowca. W trzecim punkcie, „Związek duchowości z głoszeniem Ewangelii”, poszukiwano przytaczanych przez Franciszka racji uzasadniających akcentowany związek duchowości ze skutecznością ewangelizacji. Okazało się, że sprowadzają się one do motywowania głoszenia Ewangelii, zapewniania mu mocy, obdarzanie pogodą ducha. W ostatnim punkcie zwrócono uwagę na przypomniane przez papieża, tym razem z punku widzenia ewangelizatorów, sposoby pogłębiania duchowości. Po zmobilizowania ewangelizatorów do troski o swoją duchowość, przez odwołanie się do związku między świętością ewangelizatora a skutecznością jego posługi, zalecenia papieża sprowadzają się do modlitwy jako źródła ich wszechstronnej formacji.
IT
L'articolo riprende il problema della relazione dell'omiletica in riferimento alla teologia pastorale, della quale essa fa parte dal XVIII secolo. Questo problema va studiato secondo le tre diverse concezioni di omiletica, presenti nella storia. Il concetto tradizionale di omiletica, inteso come una retorica ecclesiale, s' innesta bene nel quadro tradizionale di pastorale, intesa come tecnologia pastorale. Il concetto dell'omiletica del secolo XX, inteso come teologia della predicazione della Parola di Dio, s'inquadra pure bene nel contesto della pastorale, intesa come una scienza teologica. In ąuesta teologia pastorale, concepita come una autorealizzazione delia Chiesa in generale, l'omiletica va letta come una autorealizzazione di ąuesta Chiesa attraverso la predicazione della Parola di Dio. In quest'ambiente però, il senso più largo del termine della predicazione sembra relativizzare un po' la specificità dell'omiletica, stringendo il suo oggetto alla predicazione nel ąuadro della liturgia. L'omiletica degli ultimi anni, cosiddetta contestuale, corrisponde pure bene al concetto dell'odierna pastorale, che ha anche un carattere contestuale (interdisciplinare). Questa contestualita unisce l'omiletica alle altre discipline umanistiche, soprattutto alla teoria della comunicazione. Questo legame però relativizza ancora di più la sua specificità e inąuadra il suo oggetto nel contesto della liturgia (omelia). Il presente articolo fa vedere la necessita di una revisione del concetto di omiletica, di una revisione della definizione dell'omiletica e di una più accurata precisazione del suo posto nelle discipline pastorali.
IT
Le radici del servizio della parola nella Chiesa affondano nella missione dei profeti. Il profeta per eccellenza è stato il Profeta di Nazaret – Gesù Cristo. Egli ha fatto la sua Chiesa partecipe della propria missione profetica: in questo modo, anche se il tempo dei profeti è ormai passato, la Chiesa conserva il carattere profetico e lo esprime attraverso la predicazi-one della parola di Dio. Il servizio della parola di Giovanni Paolo II ne è un esempio parti-colarmente eloquente. L’articolo rappresenta un tentativo di prospettare alcuni elementi di tale servizio del Pontefice in relazione all’attività dei profeti biblici. Similmente all’attività dei profeti, la predicazione di Wojtyła è accompagnata dalla profonda coscienza d’essere stato eletto e mandato per predicare la parola di Dio; dalla convinzione della forza della parola predicata e dalla coraggiosa testimonianza personale che attesta la veridicità della parola stessa. Nei discorsi di Giovanni Paolo II si possono trovare alcune forme linguistiche analoge alle forme contenute nei discorsi dei profeti della Bibbia, come oracoli, narrazioni, parenétiche, gesti simbolici. Anche alcuni accenti nel contenuto dei discorsi del Servo di Dio assomigliano alle parole dei profeti, come per esempio l’esortazione a scegliere Cristo senza compromessi, l’interpretazione delle esperienze umane alla luce della parola di Dio o un forte orientamento verso il futuro. Alla fine dell’articolo, l’autore suggerisce alcuni aspetti da approfondire e da completare nello studio del carattere profetico del servizio della parola di Giovanni Paolo II. Richiede un’analisi più ampia la dimensione profetica degli aspetti poetici nei discorsi del papa-poeta, che tradisce il senso della solitudine del Pontefice proveniente da scelte effettuate controcorrente che sono state spesso accompagnate da un atteggiamento di chi mette a rischio l’incolumità della propria vita. Rilevare il carattere profetico del così efficace servizio della parola di Giovanni Paolo II porta alla netta conclusione pastorale che, nelle discussioni sull’efficacia della predicazione, non bisogna dimenticare mai il carattere profetico che ne è la fonte.
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O metodologii homiletyki

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