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The Biblical Annals
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1965
|
vol. 12
|
issue 1
59-73
PL
II testo di 1 Cor 6,17 benchè abbonda di contenuto teologico assai interessante, oltre che ci offra buon esempio di coraggiosa maniera con cui Paolo seppe dall’antitesi inaspettata ricavar utile per far meglio apparire il suo pensiero, nondimeno questo testo non è stato abbastanza spiegato finora. II versicolo 17 fa parte della replica di Paolo sopra dignità e santità del corpo umano, istituita essa a cagione di sbagliata interpretazione della libertà cristiana da parte dei Corinti, chi la applicarono alla vita sessuale. Nei versicoli 16 e 17 insieme, risulta un’antitesi di tipo: σαρξ- πνευμα ο σωμα- πνευμα. Gli esegeti si occupavano già di trovare la ragione per cui Paolo nel v. 16 potè servirsi della citazione di Gen. 2,24, relativamente riguardante il caso del matrimonio legittimo, applicandola all’unione peccaminosa di cristiano con meretrice; cercavano inoltre di determinare il senso proprio delle parole usate nell’antitesi (σαρξ ο σωμα in riguardo a πνευμα).  Questa occasione approfittando è stata sottolineata la vicinanza di signifieazione tra 1’antitesi σαρξ (σωμα) - πνευμα e tra un’altra antitesi, pure essa paolina, cioè σωμα ψυχικον -  σωμα πνευματικον. Aiutandosi dell’ultima aspiravano pervenir alla più profonda spiegazione della prima antitesi (σαρξ - πνευμα nei vv. 16 e 17). Comiciando anche con 1’analisi del significato di verbo κολλασθαι si esaminava presso gli esegeti diverse possibilità per cui il fedele cristiano potesse unirsi con Cristo; così si sperava di venire a stabilire il contenuto dell’espressione „uno spirito”. Il più incompensabile mancamento delle soluzioni finora messe alla luce, segue dalia troppo poca avvertenza all’argomentazione nella pericope di 1 Cor. 6,12-20 in tutto, di cui fa parte il v. 17, che ci interessa specialmente. A questo mancamento appunto si vorrebbe che fosse adempito, perciò nel l’articolo nostro si dà più d’emfasi all’inquadrare bene il v. 17 nel l’argomentazione insieme, di cui ne si trova. Interpretando quel testo non si può mai oltrepassare lo schema di composizione della pericope, siccome l’argomento dell’Apostolo fu stato composto, già cominciare dal v. 13a, simmetricamente, usando Lui degli antitesi. In tale genere di composizione il versicolo 17 fa compito d’indicare meglio quanta diversità esiste tra le consequenze del peccato immondo e tra effetti della unione con Cristo. In ciò che riguardala genesi dell’antitesi σαρξ (σωμα) - πνευμα nei vv. 16 e 17, c’è da accettare con grande probabiltà, che Paolo, secondo il suo costume, già col v. 17 cominciò di preparare i suoi lettori al pensiero sulló Spirito Santo, di cui poco più avanti gli viene a dire. A questo fine volle in antecedenza introdurre il termine πνευμα. Così psycologicamente sviluppa Paolo il suo argomento passando dalle cose più note (le quali di solito introduce con ουκ οιδατε οτι) alle cose meno conosciute, di cui gli occorre dare ancora una spiegazione. Alla stessa conclusione, cioè che al σωμα, con cui vengono unite due persone umane nel v. 16, corrisponde in v. 17 lo spirito di Cristo, che vuol dire le Spirito santo, il fattore del Corpo mistico, ci conduce dalia sua parte anche 1’analisi dell’antitesi nei vv . 16 e 17. Per il contesto remoto, che ci può giovare nel spiegare il carattere dell’unione con Cristo, secondo il v. 17 bisognerebbe scegliere tali testi, in cui l’espressione εν πνευμα significha l’unione assorbente tutta la persona umana, oltre che dovrebbe essere legato alla speranza nella risurrezione corporale, e di più un tale, che potrebbe darsi presentare sotto la metafora di corpo e dei membri. Finalmente dovrebbero venir fuori i testi nel suo insieme riferibili a Cristo. Alle sopra elencate condizioni corrispondono proprio i seguenti testi della stessa lettera paolina: 1 Cor. 12,12.13.27 e 15,42.45, i quali conseguentemente vengono assunti all’approfondire la spiegazione di 1 Cor. 6,17. La concludione dell’analisi di 1 Cor. 6,17 è come segue: Questi s’unisce con Cristo, chi possiede lo spirito divino ossia lo spirito di Cristo, ciò vuol dire quello spirito ch’è proprio di Cristo stesso. L’espressione nel 1 Cor. 6,17: „chi aderisce al Signore forma un solo spirito con Lui” significa che un tale gode dello stesso Spirito santo col Signore per cui gli è permesso d’avere una ben fondata speranza di risurrezione, perchè il Cristo risorto è lo „spirito vivificatore”. Durante la vita terrena il cristiano già è tempio di Spirito santo. L’unione con Cristo, di cui si parla nel v. 17, è niente altro principalmente che 1’effetto del battesimo (allora 1’inserimento al Corpo mistico di Cristo). Non occorre che sia necessariamente 1’unione mistica, strettamente detta, ossia che supponga la coscienza di partecipazione intima nella vita in Dio.
The Biblical Annals
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1983
|
vol. 30
|
issue 1
5-14
PL
In seiner wörtlichen Bedeutung hat das Gebot „töte nicht” eine genaue Bedeutung, es bezieht sich auf eine bestimmte Kategorie von Tötungen. Denn es betrifft nämlich die Tötung eines anderen Menschen, auf eine illegale Weise, aus privaten Beweggründen; diese Tötung  lässt den Willen einer Gemeinschaft ausser Acht und veletzt ihr Gut. In der weiteren Bedeutung kann dieses Gebot generell als „Lebensschutz” verstanden werden. In dieser zweiten Bedeutung ist alles, was indirekt oder direkt die Güte des menschlichen Lebens trifft, eine Verletzung dieses Gebotes.
EN
The case study deals with the fortunes of translation equivalents of the words ἀφεδρών//secessus (in Matthew 15,17 and Mark 7,19) and γυμνός//nudus (in John 21,7) in the Czech Biblical tradition. The paper presents the material from almost fifty Czech translations (from the end of the 13th century to this day) and shows that the expressions (notions) draught, toilet and naked disappear in certain moments and are missing in most of the translations. The author tries to demonstrate in his analyses and interpretations when, under which circumstances and why there was this specific secondary tabooization that itself (slightly) disturbs the taboo of the inviolability of the content of the sacred text.
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