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The article, while focusing on the protagonist-narrator, demonstrates the structures that are typical of the novel of education and consequently points to the genre of the newest work by Carmine Abate, entitled Il Bacio del Pane. Over the course of one summer, Francesco—mostly because of his having met Lorenzo, the main witness in a mob trial who was forced to hide in the ruins of the old mill, near Spillace—turns from a careless teenager into a youth who becomes dramatically aware of such serious problems running in his community as the existence and operation of organised criminal groups. What is presented, then, are the psychological processes that take place in the internal world of the main character, who can also correctly describe the state he finds himself in. The analysis is carried out in relation to different theories (Bachelard, Freud, Jung).
IT
L’articolo, accennando alla tradizione del Bildungsroman e all’evoluzione del genere nella letteratura italiana contemporanea, si incentra sull’analisi del processo formativo che avviene in Francesso, uno dei protagonisti dell’ultimo romanzo di Carmine Abate intitolato Il bacio del pane (2013). Vista la scoperta di alcuni meccanismi negativi presenti nella realtà circostante, l’adolescente subisce una profonda trasformazione psichica, diventa più maturo e capace di notare come sia cambiato. Viene rilevato come sulla sua formazione influisca la storia di Lorenzo, un uomo sconosciuto costretto a nascondersi dalla mafia nelle rovine del vecchio mulino situate nei dintorni di Spillace, la località in cui si svolge l’azione. L’analisi è basata sulle teorie di studiosi come: Bachelard, Freud, Jung.
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Il femminile in Carmine Abate

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IT
Nel panorama della letteratura italiana contemporanea Carmine Abate (1954), occupa una posizione rilevante. Nel 2012 l’autore è stato vincitore del prestigioso Premio Campiello, assegnatogli per il romanzo La collina del vento (2012). Abate, di origine arbëresh, cioè italo-albanese, viene al mondo in un villaggio calabrese chiamato Carfizzi, in cui vivono tuttora i discendenti degli albanesi fuggiti in Italia dall’oppressione turca nei tempi medievali. A quanto pare si potrebbe azzardare l’ipotesi che il carattere ibrido della cultura in cui cresce, fortemente influenzata dalle radici albanesi, faccia sì che la sua produzione sia tematicamente compatta. In essa campeggiano alcune strutture utilizzate in modo ripetitivo che la rendono omogenea: l’emigrazione, il problema dell’identità, la questione della lingua, il viaggio, l’immagine del paese albanese ancorato fra presente e passato. Tra altri motivi significativi che caratterizzano la sua scrittura occorre non dimenticare quello del femminile. Per averne la visione più ricca possibile si è scelto di analizzarlo nell’ottica dell’atteggiamento di varie protagoniste abatiane verso la cultura, in quanto proprio il concetto di cultura costituisce il perno della poetica dell’autore. Esso, di carattere pluridimensionale, si dimostra un mezzo metodologico adatto per scorgere il quadro del femminile delineato nelle opere abatiane.
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