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Un poeta rinascimentale polacco nella città d’Antenore. Jan Kochanowski tra Padova e Czarnolas

100%

Lenart M.

Perspektywy Kultury

2023

vol. 41

issue 2/1

129-146

The significance of Jan Kochanowski’s three trips to Padua has been discussed more than once in the scholarly literature. The results of these findings are especially of interest to those researchers who focus on source material analysis and recognizing the cultural atmosphere prevailing in the city often referred to as “Antenor’s city.” Padua flourished in the 16th century, influenced by the policies of the Republic of Venice, which sought to make this academic and urban center a recognizable educational destination for young men coming from all over Europe. For the latter, entering an environment of high intellectual and artistic aspirations was often the beginning of brilliant careers, developed after returning to their home countries. The memory of the experiences accumulated during Jan Kochanowski’s stay in Padua also played a major role in shaping his poetic imagination, as evidenced by many of his works, such as Satyr albo dziki mąż [Satyr or the Wild Man], Odprawa Posłów greckich [The Dismissal of the Greek Envoys], and a cycle of epigrams. In the latter, the image of a linden tree gained a special place, around which Kochanowski organized the space of the real and the poetic worlds. The author’s aim include a search for any Italian sources for this motif, and ponders other possible inspirations, which might be awaiting deeper analysis in future research, going beyond consideration of Italianism in the works of the master of Czarnolas.

L’importanza del triplice viaggio di Jan Kochanowski a Padova è un tema che è stato più volte affrontato nella letteratura scientifica. I risultati di queste ricerche godono soprattutto dell’interesse di quegli studiosi che si concentrano sull’analisi dei materiali documentari e sulla ricostruzione dell’atmosfera dominante nella città chiamata spesso la rocca di Antenore. Essa conobbe nel XVI secolo il suo massimo splendore, fatto sul quale influì la politica della Repubblica di Venezia, nell’ambito della quale si cercò tra l’altro di fare di questo centro universitario e allo stesso tempo cittadino una riconoscibile meta di viaggi educativi per i giovani provenienti da tutta Europa. Per questi ultimi il contatto con un ambiente dalle alte aspirazioni intellettuali e artistiche era spesso l’inizio di una brillante carriera, sviluppata dopo il ritorno in patria. Il ricordo delle esperienze vissute durante i soggiorni a Padova ha svolto un ruolo di primo piano anche nella formazione dell’ispirazione poetica di Jan Kochanowski, ciò di cui testimoniano molti suoi testi, come ad esempio Satyr albo dziki mąż, Odprawa Posłów greckich, e il ciclo degli epigrammi. In quest’ultimo un luogo particolare è quello del tiglio attorno al quale Kochanowski organizza lo spazio del mondo reale e poetico. L’Autore dell’articolo ricerca tra l’altro le fonti italiane di questo motivo e si sofferma su altre possibili ispirazioni, che attendono analisi più approfondite in ulteriori ricerche, aldilà delle riflessioni sull’italianismo del maestro di Czarnolas.

Le virtù dei ‘tenenti’ polonici, tra classicità e cristianità

88%

Benucci F.

Perspektywy Kultury

2023

vol. 41

issue 2/1

15-48

The paper examines the corpus of student heraldry relating to the Natio Polona at the Studium of Padua – in particular the illuminated coats of arms in the volumes of the National register (1592 (but 1605)–1745) – from the point of view of the structure of these representations, of the official insignia and the supporters or attendants that appear there (mostly allegories of virtues or figures taken from Greco-Roman mythology) and of the meanings that they, together with the maxims and watchwords that frame the individual miniatures, convey, comparing it with the analogous documentation produced by the two Nationes Germanicae of Jurists (1545–1609, 1650–1709) and Artists (1553–1769) and by the Natio Ultramarina (i.e. Greek: 1656–1737). It will thus be observed that, in the dialectic between religious afflatus and classical inspiration that emerges from it, the true dimension in which the former is implemented is the cultural and military defense of Christianity, subsumed by the theme of virtus pervasively illustrated by the mottos and figures that refer to the second.

L’articolo esamina il corpus di araldica studentesca riguardante la Natio Polona allo Studium di Padova, in particolar modo gli stemmi miniati nel volume del registro della Nazione (1592 [ma 1605] – 1745) – dal punto di vista della struttura di queste rappresentazioni, delle insegne ufficiali e dei sostegni o tenenti che vi compaiono (per la maggior parti allegorie di virtù o figure tratte dalla mitologia greco-romana) e del significato che essi, insieme alle massime e ai motti che incorniciano le singole miniature, trasmettono, confrontando tutto ciò con la documentazione prodotta dalle due Nationes Germanicae dei Giuristi (1545–1609, 1650–1709) e degli artisti (1553–1769) e dalla Natio Ultramarina (ovvero greca: 1656–1737). Si potrà quindi osservare che, nella dialettica tra afflato religioso e ispirazione classica che ne emerge, la vera dimensione in cui il primo è messo in pratica è la difesa culturale e militare del cristianesimo, sussunta dal tema della virtus pervasivamente illustrato dai motti e dalle figure che rinviano al secondo.

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2 Perspektywy Kultury

1 Benucci F.

1 Lenart M.

2 2023

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Un poeta rinascimentale polacco nella città d’Antenore. Jan Kochanowski tra Padova e Czarnolas

Le virtù dei ‘tenenti’ polonici, tra classicità e cristianità