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IT
Nell’Ucraina, proclamata come Stato nel 1991, gli inizi del lavoro pastorale dei salesiani risalgono all’anno 1904. Dal punto di vista storico la parrocchia di Daszawa, situata vicino alla città di Stryj, nell’arcidiocesi di Leopoli, fu la terza presenza salesiana nei territori polacchi all’epoca occupati dalle potenze straniere. La case salesiane (chiamate opere) erette nell’arcidiocesi di Leopoli (Daszawa – parrocchia, Leopoli-Łyczaków – attività pastorale, Leopoli – Opera Fondazione Abrahamowiczów, Drohowyże – Opera Fondazione del conte Stanisław Skarbek, Brodki – in stato di organizzazione) appartennero all’Ispettoria San Giacinto, con la sede a Cracovia, fi no all’anno 1939. Dopo lo spostamento dei confi ni nell’Est della Polonia, avvenuto nel 1945, i salesiani persero nell’Est le loro undici opere, sorte prima del secondo confl itto mondiale; esse facevano parte dell’Ispettoria San Giacinto e dell’Ispettoria Santo Stanislao Kostka. La maggiore perdita di opere, cioè nel numero di cinque, avvenne nell’Ucraina Occidentale, incorporata nel 1939 alla Repubblica Socialista dell’Ucraina Sovietica. Ivi si verifi cò il più drammatico processo d’espatrio dei polacchi nel territorio della Repubblica Popolare Polacca. Da questo momento fi no all’anno 1958 i salesiani non furono presenti nella Repubblica Sovietica dell’Ucraina. Alla fi ne di quest’anno il salesiano polacco don Tadeusz Hoppe lasciò la località di Ławaryszek, vicino a Vilnius, per spostarsi ad Odessa; ivi egli operò come pastore nella chiesa di San Pietro e, inoltre, estese la sua attività pastorale nelle quattro limitrofe regioni, fi no alla sua morte (10 XI 2003). Durante il regime comunista vi arrivavano i singoli sacerdoti su ”invito”, tra cui anche salesiani, al fi ne di celebrare, sporadicamente e di nascosto, la sacra liturgia e d’impartire i sacri sacramenti ai fedeli. Solo con lo sfacelo dell’Unione Sovietica e la proclamazione, nel 1991, dello Stato Ucraino la popolazione cattolica ritrovò la possibilità di ritornare alla prassi religiosa regolare. Anche se la chiesa cattolica fi nora non è riconosciuta dallo Stato, i cattolici tuttavia possono registrare le singole comunità parrocchiali e celebrare la liturgia nei loro tempi. Attualmente i salesiani di rito romano lavorano nelle quattro parrocchie e nelle loro fi liali (Bóbrka, Korostyczew, Odessa, Przemyślany) e hanno un Centro Giovanile ad Odessa. Queste presenze salesiane appartengono alla cosiddetta Circoscrizione Speciale Europa Est Immacolata Concezione di Maria, eretta nel 1993, con la sede a Mosca. Inoltre i salesiani di rito bizantino-ucraino hanno due presenze a carattere pastorale, cioè a Leopoli e ad Użhorodzie. Queste costituiscono una Delegazione per l’Ucraina Maria Ausiliatrice, fondata nel 2005, con la sede a Leopoli. Vale ricordare qui ancora un lavoro originale che compie il diacono Aleksander Czumakow nella forma di un orfanotrofi o, chiamato „Świetlany Dom” (Casa Luminosa) per i ragazzi di strada: una realtà nata nel 1989. È una istituzione non governativa che realizza la sua missione grazie alle libere offerte della popolazione. Le ispettorie polacche si sono assunte, dalla seconda metà degli anni ottanta del secolo scorso, la responsabilità per la formazione e lo studio dei candidati alla Società Salesiana provenienti dai territori delle ex repubbliche sovietiche, compreso quella dell’Ucraina.
EN
Mario Draghi’s cabinet was formed in February 2020 on the basis of an unusually broad parliamentary majority that gave it the characteristics of a government of national unity. It was produced by an extraordinary situation requiring the fight against the pandemic through an effective vaccination program and post-COVID economic recovery based on Next Generation EU funds subject to approval of the National Recovery Plan. The challenge required agreement on an organic program at home, and a fully achieved demonstration of Italy’s credibility in its relations with the EU. The Draghi government reaffirmed Italy’s traditional position in NATO, strengthened the agreement with the U.S. on multilateralism, and sought to regain a leading role in the EU through solid relations with France and Germany. Despite clear tensions within a complex parliamentary majority, he condemned Russian aggression against Ukraine provided arms and military equipment, economic, financial and humanitarian aid. In contrast, it has failed to influence EU migration policy. One must hope that if not exactly the agenda, then at least Draghi’s method will continue to inspire the next executive.
PL
Gabinet Mario Draghiego powstał w lutym 2020 r. na bazie szerokiej większości parlamentarnej, co nadało mu cechy rządu jedności narodowej. Powstał w nadzwyczajnej sytuacji, która sprowadzała się do walki z pandemią (przez skuteczny program szczepień) i odbudowy gospodarki po COVID dzięki środkom Next Generation EU pod warunkiem akceptacji Krajowego Planu Odbudowy. Wyzwanie wymagało uzgodnienia w kraju programu organicznego, a w relacjach z UE wykazania wiarygodności Włoch. Rząd Draghiego potwierdził tradycyjne stanowisko Włoch w NATO, wzmocnił porozumienie z USA na rzecz multilateralizmu i starał się odzyskać wiodącą rolę w UE, dbając o relacje z Francją i Niemcami. Mimo wyraźnych napięć w obrębie złożonej większości parlamentarnej potępił rosyjską agresję na Ukrainę, dostarczał jej broń i sprzęt wojskowy, pomoc gospodarczą, finansową i humanitarną. Nie zdołał natomiast wpłynąć na politykę migracyjną UE. Trzeba mieć nadzieję, że jeśli nie dokładnie agenda, to przynajmniej metoda Draghiego będzie nadal inspirować następną władzę wykonawczą.
IT
Il Governo di Mario Draghi è stato insediato nel febbraio 2020 e sostenuto da una maggioranza parlamentare eccezionalmente ampia, che gli ha conferito le caratteristiche di un governo di unità nazionale. È nato da una situazione straordinaria che richiedeva la lotta alla pandemia attraverso un efficace programma di vaccinazione e una ripresa economica post-COVID, basata sui fondi europei Next Generation EU, subordinati all’approvazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Questa sfida richiedeva l’adozione di un programma organico a livello nazionale e, nei rapporti con l’UE, una piena dimostrazione di credibilità dell’Italia. Il Governo Draghi ha riaffermato la tradizionale posizione dell’Italia nella NATO, ha rafforzato l’accordo con gli Stati Uniti a favore del multilateralismo e ha cercato di riconquistare la leadership nell’UE attraverso forti relazioni con Francia e Germania. Nonostante le evidenti tensioni all’interno della complessa maggioranza parlamentare, ha condannato l’aggressione russa all’Ucraina fornendo armi ed equipaggiamento militare, nonché aiuti economici, finanziari e umanitari. Tuttavia, non è riuscito a influenzare la politica migratoria dell’UE. Si spera che l’approccio di Draghi continui a ispirare il prossimo esecutivo, se non addirittura sia all’ordine del giorno.
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