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in the keywords:  cattolicesimo
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La Chiesa cattolica latina in Georgia, presente in questo Paese sin dal XIII sec. ad opera di missionari di varie famiglie religiose, già durante la dominazione dell'Impero russo degli Zar (1801-1917) trovo enormi difficoltà nella sua normale esistenza ed attività. Ciononostante, agli albori del regime sovietico essa contava ufficialmente 7 parrocchie con 9 sacerdoti georgiani e 27.707 fedeli di varie nazio-nalità - compresi 7.107 Georgiani. Il numero di questi ultimi era pero alquanto maggiore e superava 13.000 fedeli, giacché bisogna aggiungere al numero gli alme-no 6.000 Georgiani sottomessi allora al rito armeno. Le parrocchie godevano di ampie chiese e di alcune cappelle filiali o cimiteriali. L'avvento del regime antireligioso comunista ridusse al minimo il cattolicesimo. Quasi tutti sacerdoti furono fucilati o espulsi, e l'ultimo sacerdote georgiano moriva nel 1973. Le chiese furono tutte, tranne una, chiuse e destinate ad uso pubblico. L'unica chiesa latina aperta durante tutto il periodo sovietico, in particolare per gli stranieri, fu quella di SS. Pietro e Paolo a Tbilisi. Attorno ad essa si conservo il cattolicesimo georgiano. È stato un sacerdote polacco dall'Ucraina ad assicurarle la continuità di funzionamento, con l'aiuto delle Suore Eucaristine viventi in clandestinità. La ,,perestrojka" di Gorbacev creo le condizioni per l'arrivo di alcuni altri sacerdoti e per la restitu-zione delle chiese. Purtroppo la gerarchia ortodossa s'impadroni negli anni 1987-1991 di cinque grandi chiese cattoliche nelle città di Kutaisi, Batumi, Gori e nei villaggi Udé e Ivlita, allorché non vi era ancora nessuno che avrebbe sostenuto i cattolici georgiani nelle loro inutili istanze presso le autorità locali. I nuovi sacerdoti furono mandati nelle zone abitate da Armeni e per i latini di nuovo mancavano pastori. I rapporti diplomatici stretti con il Vaticano e l'erezione dell'Amministrazione Apostolica per i cattolici di rito latino il 30 dicembre 1993 segnarono una speranza per quei cattolici duramente provati nel passato e ora privi dalle loro chiese. Fino ad oggi la restituzione dei luoghi di culto cattolici é un tema tabù nei rapporti con la Chiesa ortodossa georgiana, mentre si assiste a una lenta rinascita della pastorale tra la gente spesso ignara della fede, ma sinceramente volonterosa di approfondirne la conoscenza. Si risente un forte bisogno di pastori georgiani che ancora mancano, nonché di ambienti destinati alla pastorale parrocchiale. Il numero di sacerdoti che oggi lavorano in Georgia é altresi insufficiente.
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