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EN
Il ruolo del cappellano ospedaliero nella malattia e nella sofferenza con una particolare attenzione per la problematica connessa ai pazienti afoni. Il mondo dei malati e dei sofferenti costituisce un ambiente eccezionale. Ciò deriva dal fatto che il malato che l’uomo colpito dalla malattia inizia a scorgere quei valori della vita non sempre visibili a chi è sano. Altrettanto accade alle persone con problemi di afonia, ossia ai pazienti che hanno subito una laringectomia totale o parziale nonché a quanti hanno perduto l’uso della parola in seguito a traumi psicologici. Molti di essi necessitano non solo un sostegno psicologico ma anche, e forse soprattutto, spirituale. In tali circostanze un grande ruolo spetta al cappellano, il quale dedicando il proprio tempo e le proprie predisposizioni ascolta e risponde alle loro necessità. Chinandosi sulla loro angustia, ha tentato di capire la situazione specifica in cui ciascun malato è venuto a trovarsi. Non prestando particolare attenzione alle volte in cui la persona con afonia abbia dimostrato di non desiderare il contatto, con piena pazienza e comprensione il cappellano dovrebbe fare il possibile per intraprendere un dialogo certo difficile da svolgere verbalmente ma affatto impossibile. Una conversazione caratterizzata da comprensione ed empatia, sebbene a volte possa rivelarsi gravosa e imbarazzante, può aiutare non solo a restaurare l’equilibrio spirituale e psichico, ma anche ad accettare il sostegno durante gli sviluppi successivi della terapia. Lo scopo del presente contributo è quello di dedicare una particolare attenzione alla necessità e all’importanza dell’opera prestata dal cappellano ospedaliero a favore dei pazienti laringectomizzati, il cui ruolo consiste tra l’altro nel raggiungere il cuore e la mente di pazienti spesso refrattari e amareggiati nonché nell’aiutare ad accettare la malattia ed ogni sua conseguenza.
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Mapy Sienkiewicza

71%
IT
Il saggio è dedicato ai viaggi italiani di Henryk Sienkiewicz. La prospettiva del Grand Tour, santificata da secoli di tradizione, è qui sostituita da un’esperienza maladica. La morte di sua moglie, che morì di tubercolosi lasciando orfani due figli, con dannò Sienkiewicz ad una vita in costante tensione, in uno stato di ansia febbrile. Ed è la registrazione di questa ansia, paura, “febbre” – che costituisce la traccia testuale, la registrazione cartografica dell’esperienza della disgregazione.
EN
The article is devoted to the Italian travels of Henryk Sienkiewicz. The perspective of the time-honored “Grand Tour” is replaced here by a maladic experience. The death of his wife, who died of tuberculosis, orphaned two children, condemned Sienkiewicz to a life of constant tension, in some state of feverish anxiety. And it is the record of this anxiety, fear, „fever” that constitutes a text trace, a cartographic record “mapping” the experience of disintegration.
PL
Artykuł poświęcony włoskim podróżom Henryka Sienkiewicza. Perpektywa uświęconego wielowiekową tradycją Grand Tour zastąpiona zostaje tu jednak doświadczeniem maladycznym. Śmierć Marii, która zmarła na gruźlicę osierociwszy dwójkę dzieci, skazała Sienkiewicza na życie w ciągłym napięciu, w jakimś stanie rozgorączkowanego niepokoju. I właśnie zapis owego niepokoju, lęku, "gorączki" - stanowi tekstowy ślad, kartograficzny zapis "mapujący" doświadczenia rozpadu.
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