L’articolo analizza la diffusione della tecnica del premeditato nel teatro italiano del Settecento. L’esempio dei più grandi drammaturghi italiani, soprattutto del secondo Settecento, come Carlo Goldoni, Pietro Chiari, Antonio Piazza, Carlo Gozzi e Vittorio Alfieri, dimostra un’opposizione da parte degli attori ad accettare la riforma del teatro, che valorizzava il ruolo dell’autore del testo, riducendo la funzione dell’attore al semplice interprete del testo interamente scritto. Il repertorio modificato sconvolge la tradizionale struttura dei ruoli della commedia dell’arte, ma l’organizzazione teatrale non cambia, per questo il teatro italiano rimane a metà strada tra la riforma e il vecchio sistema teatrale.
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