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in the keywords:  realismo magico
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IT
Questo studio nasce dalla constatazione dell’assenza di Grazia Deledda sia dai curricula delle università spagnole sia dal mercato editoriale della Spagna. Tale oblio è stato subìto da altre autrici di varie nazionalità a lei contemporanee e ha una doppia origine: il loro genere e il genere letterario che esplorano. La produzione di studi accademici che analizzano l’opera di Grazia Deledda contribuirà al suo concreto inserimento in specifiche sezioni del programma di studi, oltre a fornire una base per la promozione e la diffusione della sua opera sul piano editoriale. Con questo obiettivo, il presente studio si propone di offrire una nuova lettura dei Racconti sardi (1894) di Grazia Deledda attraverso un’analisi critica della sua architettura, tra realismo magico e genere fantastico, all’interno di quella che potrebbe anche essere definita l’estetica del limite (Tomassini, 1992). Il fantastico o perturbante e il realismo magico tentano di rielaborare la storia dell’alterità in contrapposizione alle storie normative e legittimate, proponendo un mondo a misura dell’esperienza dell’altro che rifiuta la verità ufficiale, nel caso del realismo magico, o sottolineando i difetti della concezione univoca della realtà, nel caso del fantastico. Si tratta di narrazioni che, in un secondo livello di lettura, possono presentare un potenziale messaggio sovversivo che passa inosservato grazie ai meccanismi dei generi del non reale, meccanismi che permettono un allontanamento del lettore, una riformulazione del patto di finzione e, quindi, molteplici livelli di lettura che, in sostanza, fanno di Deledda un’autrice classica, meritevole di continue riletture, la cui narrazione parte dal locale per diventare universale.
EN
This paper discusses the absence of Grazia Deledda both in Spanish university curricula and on the Spanish publishing market, an oblivion shared by other female authors of her time. This exclusion has a dual cause: the writers’ gender and the literary genre they cultivated. In this study, I offer a new reading of Deledda’s Racconti sardi (1894) through a critical analysis of its architectural elements, resonating with magic realism and the fantastic genre. These elements fit within the aesthetics of the liminal (Tomassini, 1992), which seeks to reinterpret the history of otherness as opposed to normative and legitimised histories. While magic realism proposes a world tailored to the experience of the other, which belies the official truth, the fantastic highlights the flaws of the uniform conception of reality. Such narratives may convey a subversive, albeit often overlooked, message as the mechanisms of the genres of the non-real promote readers’ estrangement, a revision of the contract of fiction and, therefore, multiple levels of reading. These accomplishments make Deledda a classic author whose narrative production, which starts from the local to become universal, is worth continual re-reading.
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