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Teologia w Polsce
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2020
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vol. 14
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issue 1
103-142
IT
Oggetto di questo studio è la questione della natura missionaria della Chiesa, prospettata e rinnovata con più profonda e convincente impostazione come espresso nell’enciclica Redemptoris missio di san Giovanni Paolo II. Il XXX° anniversario della sua promulgazione (7 dicembre 1990) costituisce una ragione particolare per riprendere l’argomento e trattarlo nell’attuale contesto storico-ecclesiale. L’esposizione e l’approfondita ricerca dimostrano l’attualità dei contenuti presenti nel documento e la permanente validità del mandato di Gesù affidato agli apostoli e a tutta la Chiesa di andare nel mondo intero per annunciare il Vangelo e portare il battesimo della salvezza a tutti i popoli. La necessità di riportare all’attenzione questo tema è determinato anche dalla condizione interna della Chiesa stessa che sembra pian piano abbandonare o non considerare con la dovuta serietà il mandato di cui fu investita sin dalle sue origini. Di conseguenza, di fronte ad un indebolimento della consapevolezza missionaria all’interno della Chiesa, riportare e rievocare senza equivoci la questione del compito di evangelizzare appare un impegno necessario.
IT
Il peccato e i suoi effetti fanno parte dell’esperienza di vita di tutti. Nel mondo moderno, tuttavia, si osserva una significativa perdita di coscienza del peccato, sia nella sua dimensione individuale che sociale. Ecco perché l’autore di questo articolo tenta di avvicinare l’insegnamento papale sul peccato e il ruolo salvifico dello Spirito Santo. Nelle sue riflessioni sul peccato, Giovanni Paolo II lo mostra nella prospettiva dell’opera di salvezza che Gesù Cristo fece e alla luce dello Spirito Santo nel cuore di tutti. Il peccato dell’incredulità nella missione salvifica di Cristo, derivante dal peccato del primo popolo, ha portato al crimine di crocifissione, mentre il peccato contro lo Spirito Santo presume che l’uomo rifiuterà la conversione e quindi non la accetterà perdono offerto da Dio. In questa complessa situazione creata attraverso la scelta umana, lo Spirito Santo viene con l’offerta del perdono dei peccati. la condizione la remissione è il riconoscimento del peccato nella coscienza. Ecco perché la missione dello Spirito di Dio consiste nel “convincere” di peccato, giustizia e giudizio. Papa insegna che ogni peccato umano è stato superato dall’opera salvifica di Gesù Cristo. Lo Spirito Santo che opera nell’uomo rivela l’economia dell’amore di Dio, che ti invita alla conversione.
PL
Temat grzechu wpisany jest w kondycję istoty ludzkiej. Św. Jan Paweł II rozwinął tę kwestię w encyklice poświęconej Boskiej Osobie Ducha Świętego „Dominum et Vivificantem”. Na pierwszy rzut oka oba argumenty nie wydają się mieć ścisłego związku, a jednak papież przedstawia funkcję uświęcającą i uzdrawiającą w porządku zbawienia odnosząc się do Osoby Ducha Świętego. Celem niniejszego opracowania jest ukazanie nauczania Jana Pawła II odnoszące się do dzieła zbawienia w świetle niezbędnej i istotnej roli Ducha Świętego. Polega ona na przygotowaniu człowieka do nawrócenia, inspirując go aby uświadomił sobie własną grzeszność. Dopiero wówczas człowiek będzie zdolny przyjąć zbawczą łaskę. Warto zaznaczyć że wypowiedzi papieża zostały uzupełnione i pogłębione poprzez odwołanie się do najnowszych opracowań współczesnej teologii i wkładu wybitnych teologów w obrębie tejże tematyki. Nie można również pominąć faktu, iż w 2020 obchodzono 100-e urodzin Jana Pawła II oraz iż encyklika została podpisana w dniu urodzin papieża 18 maja 1986.
Teologia w Polsce
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2020
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vol. 14
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issue 1
103-142
EN
The subject of the study is the theme of the missionary nature of the Church presented and shown in a new light in a deepened and adapted to the challenges of the end of the 20th century by Saint John Paul II in the encyclical Redemptoris missio. Today, a special opportunity to undertake this issue and to present it in the current historical and ecclesial context is the 30th anniversary of its announcement (December 7, 1990). The presentation of its contents and their analysis highlighted the uninterrupted continuity of Christ’s missionary command and the unchanging relevance of the message contained in the document regarding the proclamation of the Gospel and the baptism of all people. The necessity of recalling this topic appears inevitably, taking into account the internal condition of the Church, as a result of which the mandate entrusted to all Christians loses its power and seriousness. As a result, due to the weakening of missionary awareness and responsibility manifesting itself within the Church, it seems necessary and absolutely essential to remind and refer to the encyclical of John Paul II in order to awaken among Catholics the awareness of the mission of announcing the Gospel given to them.
PL
Oggetto di questo studio è la questione della natura missionaria della Chiesa, prospettata e rinnovata con più profonda e convincente impostazione come espresso nell’enciclica Redemptoris missio di san Giovanni Paolo II. Il XXX° anniversario della sua promulgazione (7 dicembre 1990) costituisce una ragione particolare per riprendere l’argomento e trattarlo nell’attuale contesto storico-ecclesiale. L’esposizione e l’approfondita ricerca dimostrano l’attualità dei contenuti presenti nel documento e la permanente validità del mandato di Gesù affidato agli apostoli e a tutta la Chiesa di andare nel mondo intero per annunciare il Vangelo e portare il battesimo della salvezza a tutti i popoli. La necessità di riportare all’attenzione questo tema è determinato anche dalla condizione interna della Chiesa stessa che sembra pian piano abbandonare o non considerare con la dovuta serietà il mandato di cui fu investita sin dalle sue origini. Di conseguenza, di fronte ad un indebolimento della consapevolezza missionaria all’interno della Chiesa, riportare e rievocare senza equivoci la questione del compito di evangelizzare appare un impegno necessario.
PL
Starożytna euchologia Kościoła rzymskiego często jest nazywana źródłem dla lex credendi. Na tym metodologicznym fundamencie, u którego początku leży słynne powiedzenie Prospera z Akwitanii legem credendi lex statuat supplicandi, możemy nie tylko oprzeć nasze badania nad zawartością semantyczną i liturgiczną modlitw Kościoła, ale także wyprowadzać z nich przesłania o charakterze uniwersalnym. Autor przedstawia analizę liturgiczno-teologiczną wyrażenia filii promissionis, które znajduje w dwóch starożytnych sakramentarzach: Veronense i Gelasianum Vetus. Wyrażenie filii promissionis ukazuje w badanym repertorium euchologicznym fakt przyjęcia (a nawet przejęcia) przez chrześcijan, lud Nowego Przymierza, tytułu typowo starotestamentalnego, należącego dotąd do Izraela. Dokonuje się to na podstawie nie decyzji nowego Ludu Wybranego, ale na podstawie działania Boga, który realizuje nowe Przymierze w Chrystusie. Studium niniejsze jest opracowaniem i nową redakcją niektórych fragmentów dysertacji doktorskiej autora, w której temat Bożej obietnicy był częścią szerszej problematyki, dotyczącej adoptio divina.
IT
Il Codice di Diritto Canonico del 1983 ha introdotto un elenco di doveri e diritti dei fedeli laici. È analogo agli elenchi caratteristici dei diritti e delle libertà fondamentali contenuti nei documenti di diritto internazionale e nelle costituzioni dei paesi democratici. L’ispirazione della Chiesa al diritto civile è stata una realtà sin dall’inizio del diritto canonico: prima attraverso il diritto romano, poi, nel mondo moderno, attraverso complesse codificazioni del diritto civile, e dopo il Concilio Vaticano II, attraverso le idee dei diritti umani universali. Una caratteristica specifica della Chiesa cattolica rispetto a uno Stato democratico è l’incorporazione del soggetto di diritto nella Chiesa attraverso il battesimo, ciò che porta con sé tutti i diritti e gli obblighi. In questo modo, il catalogo dei diritti e degli obblighi, che ora esiste nel codice, include principalmente un elenco di questi ultimi. I diritti sono invece messi in evidenza dallo Stato moderno. In effetti, lo Stato moderno impone pochi obblighi ai suoi cittadini; spesso si tratta solo di pagare le tasse e di obbedire alla costrizione dell’istruzione obbligatoria. Il presente articolo tratta dei singoli obblighi e diritti contenuti nel Codice di Diritto Canonico e li confronta con i corrispondenti obblighi e diritti contenuti nelle costituzioni. Il concetto di norme civili e canoniche è simile, soprattutto se ispirato alla legge naturale. I doveri dei fedeli, invece, rappresentano fini ecclesiastici specifici, e in questo caso è difficile stabilire un’analogia con il diritto civile. Soprattutto, la legge suprema della Chiesa è la salvezza delle anime, e lo Stato non ha un obiettivo così soprannaturale.
FR
Le Code de droit canonique de 1983 a dressé une liste de devoirs et de droits propres aux fidèles laïcs. Elle est analogue aux listes de droits et libertés fondamentaux contenus dans les documents de droit international et dans les constitutions des pays démocratiques. Le fait que l’Église se soit inspirée du droit civil est une réalité qui remonte aux origines du droit canonique : tout d’abord à travers le droit romain, puis, dans le monde moderne, à travers des codifications complexes du droit civil, et après le Concile Vatican II, à travers les idées de droits humains universels. Une caractéristique spécifique de l’Église catholique par rapport à l’État démocratique est l’incorporation du sujet de droit dans l’Église par le baptême, qui entraîne tous un ensemble de droits et obligations. De cette manière, ce catalogue des droits et obligations qui existe désormais dans le code comprend principalement la liste de ces dernières. Ce sont au contraire les droits qui sont mis en évidence par l’État moderne. En fait, l’État moderne impose peu d’obligations à ses citoyens; souvent, il ne s’agit que de payer ses impôts et de suivre l’enseignement obligatoire. L’article traite des obligations et droits individuels contenus dans le Code du droit canon et les compare aux obligations et droits correspondants contenus dans les constitutions. Les concepts de normes civiles et de normes canoniques sont comparables, notamment parce que toutes deux s’inspirent du droit naturel. Les devoirs des fidèles, en revanche, représentent un objectif spécifique de l’Église et, dans ce cas, il est difficile d’établir une analogie avec le droit civil. Par-dessus tout, la loi majeure de l’Église reste le salut des âmes, alors que l’État ne poursuit pas un but surnaturel de ce type.
EN
The Code of Canon Law of 1983 came up with a list of obligations and duties of the Catholic faithful. This list is analogical to those of the charters of fundamental rights and freedoms found in the documents of international law and in the constitutions of democratic countries. the inspiration of church law by civilian law was a reality from the very beginnings of the development of Canon Law: first by Roman Law, in the modern world by complex codifications of civil law, and after Vatican II also the idea of universal human rights. The specifics of the Catholic Church in relation to a democratic state is the incorporation of the subject of law into the Church through baptism which brings, above all, duties and obligations. Thus the catalogue which may now be seen in the Code contains first and foremost a list of duties, not rights, which are not stressed in the modern state. In fact, the modern state has very few demands; often just the payment of taxes and compulsory school attendance. The article deals with the individual obligations and rights found in the Code of Canon Law and compares them with their analogies in constitutions. The concept of civil and canonical norms tends to get closer primarily in the case of inspiration by natural law, whereas the obligations of the faithful represent a specifically ecclesiastical goals, for which no analogy in civil law can be found. After all, the supreme law of the Church is the salvation of souls, indeed, the state does not have such a supernatural goal.
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