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Czas trwania nowicjatu

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Prawo Kanoniczne
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1988
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vol. 31
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issue 1-2
111-126
PL
In hoc articulo monstratur in historia institutorum vitae religiosae spatium nowitiatus durandi multimodis m utatum fudisse. Peculiari modo pertractatae sunt eae normae legis, quae ad hanc qaestionem pertinent quaeque in Codice Iuris Canonici anno 1917 promulgate, instructione Renovationis causam die 6 mensis ianuarii 1969 a Congregatione pro Reiigiosis eit Institutiis Saeculaniibus typis expressa necnon in Codice Iuris Canonici anno 1983 promulgate inveniuntur. In nostra disceptaitione etiam analisis noarmarum, quae in supralaudatis actis editae sunt peragitur atque nonnullae quaestiones agituntur, quae ex operis nostri proposito oriuntur.
Prawo Kanoniczne
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1989
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vol. 32
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issue 3-4
21-59
PL
Dans cet article l'auteur entreprend d’exposer les problèmes juridiques qui découlent du fait de quitter un institut religieux. Dans le déceloppement on  ttire l’attention sur le fait que les directives concerrant les questions juridiques qui découlent de l’abandondes instituts religieu x n’étaient pas toujours univoques; c’est pourquoi il afallu continuellement les adapter à la législation ecclésiastique actuelle et aux conditions politiques et économiques. D ans l’article on analyse les effets du passage d’un institut religieux à un autre; on montre que cette institution a, durant l’histoire, connu diverses évolutions. Dans l’exposé de cette question on attire l’attention s r des problèmes tels que le noviciat imposé avant la profession dans lé nouvel institut et l’obligation du voeu d’obéissance. On étudie avant tout la question suivante: durant le noviciat qui précèd e la profession, les supérieurs du nouvel institut peuvent-ils donner au candidat des ordres qui l’obligent en vertu du voeu d’obéissance? En ce qui concerne le voeu de pauvreté, on analyse les problèm es juridique liés à l’acquisition et à l’obtention des biens durant le temps du noviciat. On s’occupe égalem ent des effets juridiques qui découlent tant de l’exclaustration ordinaire que de celle im posée et de’a sécularisation. On attire l’attention sur les changements historiques qui interviennent dans les instituts et sur les conséquences qui en découlent. On donne égarement la caractéristique des effets juridiques qui concernen l'exclusion de l'institut religieux; on montre que le Code de droit canon de 1983 a introduit d’importants changements en ce domaine en comparaison du Code de 1917. La deuxième partie de l’article s’occupe des effets juridiques propres aux ecclésiastiques qui quittent l’institut de quelque façon que ce soit. Dans la dernière partie de l’article on aborde le problème lié à la rémunérazion ou l’indemnité dues pour le travail accompli durant le séjour dans l’institut religieu x. On donne les raisons pour lesquels les religieux qui quittent l'institut n’ont aucun droit à demander une rémunération pour le travail accompli au profit de l’institut.
Prawo Kanoniczne
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2002
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vol. 45
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issue 1-2
33-79
PL
In questo articolo viene presentata ed analizzata l’istruzione della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, del 8 dicembre 1998, intitolata La collaborazione inter-istituti per la fomiazione. L’autore in primo luogo presenta i principali motivi che stanno alla base della promulgazione dell’istruzione da parte della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica. Poi, dato che l’istruzione dedica un ampio spazio ai centri di formazione inter-istituti, pure rilevando che nella situazione attuale giovano alia form azione intellettuale dei membri degli istituti religiosi, l’autore analizza i requisiti ai quali devono rispondere questi centri. Viene sottolineato soprattutto il fatto che questi devono trasmettere la sana dottrina della Chiesa e rispettare il carisma proprio di ciascun istituto. Un ampio spazio viene dedicato, inoltre, alla responsabilità del governo dei singoli istituti e delle rispettive comunità, di sorvegliare e di prevenire affinché i centri di formazione non impongano la loro dottrina sulla vita consacrata. L’autore analizza le questioni riguardanti la cooperazione inter-istituti nelle diverse tappe di formazione: noviziato, formazione dei professi di voti temporanei e perpetui e formazione permanente. L’ultima parte dell’articolo è dedicata alle questioni riguardanti sia la formazione filosofica e teologica negli istituti direttamente dedicati agli studi superiori, sia la collaborazione tra gli istituti nella formazione delle formatrici e dei formatori.
Prawo Kanoniczne
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1992
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vol. 35
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issue 1-2
71-88
PL
L’autore di questo articolo sottolinea l’incessante cura della Chiesa cattolica e dei singoli fondatori degli istituti religiosi, per una adeguata preparazione delle persone alla vita secondo i cosigli evangelici. Il discorso sulla sollecitudine della Chiesa per la formazione dei religiosi trova la sua base principale nei documenti della Santa Sede, ed anche negli scritti di alcuni famosi fondatori degli istituti e dei promotori di vita religiosa. L’autore osserva che la Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica prima di pubblicare il documento le Direttive sulla formazione negli Istituti religiosi, fece numerose consultazioni e prese in considerazione gli attuali bisogni riguardanti la formazione religiosa. E’ ovvio che l’autore ha preso in considerazione solamente alcuni motivi ispiratori che spinsero la Santa Sede a promulgare il documento Potissimum institutioni. L’ultima parte dell’articolo tratta del carattere giuridico del documento in parola e cerca di delineare il quadro limite della sua obbligatorietà.
Prawo Kanoniczne
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1993
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vol. 36
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issue 3-4
5-19
PL
In questo articolo l’autore tratta della sollecitudine della Chiesa per mantenere l’identità, cioè il fine ed i compiti delineati dai fondatori e approvati dalla competente autorità, in tutte le forme della vita consacrata. Alla base dei documenti promulgati dalla Chiesa è stato dimostrato che, cominciando dal momento delle organizzate forme della realizzazione dei consigli evangelici, la suprema autorità ecclesiale vegliava - per mezzo della legge fondamentale cioè le costituzioni - affinchè gli istituti di vita consacrata fossero fedeli ai loro carismi.
Prawo Kanoniczne
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2008
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vol. 51
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issue 1-2
13-29
PL
L’articolo mette in rilevo gli studi, connessi con la diversa problematica degli istituti di vita consacrata e delle società di vita apostolica, pubblicati nella rivista „Prawo K anoniczne” nel corso di cinquanta anni della sua attività. Si trovano ottantasei articoli legati al tema in questione, nei quali gli autori, oltre i temi storici, affrontano, in maggior parte, anche gli argomenti inerenti alle diverse tappe di formazione (il noviziato, la professione temporanea e perpetua, ecc...), apostolato e alla separazione dall’istituto (esclaustrazione, uscita e la dimissione di un religioso dall’istituto). Le questioni storiche invece riguardavano, in modo particolare, l’origine dei singoli istituti religiosi e la soppressione di alcuni di essi nella terra polacca da parte delle autorità civili nel XIX secolo. Oltre a quelli studi sono stati pubblicati, sia nella lingua originale che nella lingua polacca, anche otto fonti riguardo alla vita religiosa, tra cui i canoni del Codice del 1917 relativi agli istituti religiosi.
Prawo Kanoniczne
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1990
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vol. 33
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issue 1-2
83-99
PL
Dans son article l’auteur analyse dans leur développement historique les questions juridiques qui ont trait à l’obligation incombant aux supérieurs des Instituts de la vie consacrée et des Associations de vie apostolique d’envoyer au Saint-Siège un rapport sur l’état personnel et économique, la discipline et le développement de l’Institut. Dans l’article on consacre une attention spéciale aux directives du Code de droit canon de 1917 et aux dispositions ultérieures de la Sacrée Congrégation des Religieux et des Instituts Séculiers publiées en cette matière jusqu’en 1983, c.à.d. jusqu’au moment de la promulgation du Code de droit canon par Jean Paul II. Dans la dernière partie de l’article on caractérise les dispositions de la Congrégation des Religieux et des Instituts Séculiers contenues dans la lettre du 2 janvier 1988 envoyée aux supérieurs majeurs des Instituts de la vie consacrée et des Associations de la vie apostolique en ce qui concerne les obligations d’envoyer tous les 6 ans un rapport, conformément aux indications contenues dans le document ci-dessus cité.
Prawo Kanoniczne
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1991
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vol. 34
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issue 3-4
75-103
PL
L ’autore ha provato la tesi che gli istituti religiosi con i voti semplici, cioè tali che i loro membri facevano la professione semplice e non furono obbligati della legge di osservare la clausura papale, hanno avuto una ricca evoluzione giuridica. Tali istituti, partendo dal primo momento di esistere, fino alla piena approvazione formale, cioè al conferimento della personalità giuridica fatta dalla Santa Sede, hanno subito numerose limitazioni da parte della legislazione ecclesiastica. L’autore ha analizzato la costituzione Circa pastorialis di Pio V e Lubricum vitae genus che contenevano una normativa di grande importanza e l’influsso per la legislazione riguardante degli istituti religiosi con i voti semplici. L’autore ha sottolineato il fatto che documenti promulgati dal Pio V hanno ridotto la vita religiosa alla forma con i voti solenni ed obbligo della clausura papale. Dopo questi considerazioni l’autore ha messo in evidenza inefficacia delle norme emesse dal Pio V. E’ stato provato che la vita e la pratica usata delle autorità ecclesiali si furono mostrate più forti dei rigidi divieti di fondazione degli istituti religiosi con i voti semplici. E proprio tale tendenza si è manifestata, sotto la pressione delle circostanze e delle necessità (per esempio bisogno d’assistenza delle persane con le malattie mentali) e perciò l’autorità ecclesiali permettevano non solamente alla fondazione di numerosi istituti religiosi con i voti semplici, ma anche alla fondazione degli associazioni che imitavano lo stile di vita religiosa. L’autore ha considerato anche il problema della piena approvazione degli istituti religiosi con i voti semplici e il processo di ottenere della piena personalità giuridica. E’ stato provato che quel processo fu lungo e che si svilupava evolutivamente col passare del tempo. L’autore rivelato anche il fatto che il periodo del tempo più significativo per la stabilizzazione giuridica degli istituti religiosi di voti semplici ricadava a cavallo del XIX e XX secolo. Alla fine l’autore si occupava del diritto canonico riguardante l’argomento dal codice di diritto canonico del 1917 fine alla promulgazione del codice 1983.
Prawo Kanoniczne
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2001
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vol. 44
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issue 3-4
3-41
PL
L’Autore sottopone all’analisi un problema molto importante e sempre attuale, ossia l’età richiesta dal diritto e dalla prassi per l’ammissione all’istituto religioso. Tutta la questione viene studiata principalmente sotto l’aspetto storico e per questo l’Autore dedica molta attenzione all’istituzione di oblazione paterna che consisteva nell’offerta, da parte del padre, dei figli allo stato religioso. Inoltre il problema dell’eta richiesta dal candidato per l’ammissione alla vita nell’ordine e del funzionamento dell’istituzione di oblazione vengono considerati, per quanto ció era necessario, alla luce del diritto civile, e soprattutto della legge dei cesari romani cristiani e degli altri sovrani civili. Il lavoro oltre all’analizzare l’istituzione di oblazione, rivolge anche l’attenzione sulla continua sollecitudine, sia della potestà suprema della Chiesa, sia dei fondatori dei singoli ordini, per assicurare ai candidate una decisione libera al momento di entrare nell’ordine. Col passar del tempo le direttive della legislazione della Chiesa riguardante l’età richiesta per l’ammissione al noviziato cambiavano e le differenze si vedono in modo particolare nel Codice di Diritto Canonico del 1917 ed in quello del 1983. Anche questo problema, l’Autore lo studia con attenzione particolare.
Prawo Kanoniczne
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1986
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vol. 29
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issue 3-4
75-99
PL
Dans l’article l’auteur donne son opinion sur certains problèmes controversés qui se rapportent à l’institution des conseils existant auprès des supérieurs de tout échelon. Dans l’article on rappelle l’obligation de créer des conseils et le caractère auxiliaire de ces conseils par rapport au supérieur quand il remplit sa fonction dé supérieur. Ensuite on présente et on oriitique les arguments répandus par certains auteurs qui refusent au supérieur le droit d’assister au conseil et de voter avec les conseillers quand il s’agit de prendre une décision. S’appuyant sur les documents du Saint-Siège, l’auteur prouve également que si, à l’occasion d’une décision, le supérieur vote avec les conseillers et que les conseils agissent à la manière (ad instar) du chapitre, on ne peut d’aucune manière prendre cette espèce de fonction du conseil pour une forme collégiale d’exercice de l’autorité. Dans l’article on met au courant de la décision de la Commission, Pontificale pour l’interprétation authentique du Code de droit canonique du 14 mai 1985 en ce qui concerne le vote du supérieur dans le cas ou il a besoin de l’accord du conseil pour la validité des décisions. En outre l’auteuï fournit les raisons qui justifient dans certains instituts de vie consacrée le pratique autorisant le supérieur à voter avec ses conseillers. On expose encore et en commentant, toutes sortes de solutions adoptées par les constitutions de certains instituts de vie consacrée qui autorisent le supérieur à voter quand il s’agit de décisions dont la réalisation nécessite le vote délibératif ou seulement consultatif du conseil.
Prawo Kanoniczne
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1991
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vol. 34
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issue 1-2
87-101
PL
Dans l’article l’Auteur expose une des nombreuses institutions, qui actuellement appartient à un passé révolu, c.à.d. la division en choeurs ou en classes des instituts religieux féminins polonais. On démontre que dès les débuts de son existence, l’institution analysée était soumise à des transformations de tout genre. En se basant sur les directives de l’ancien Droit canon en ce qui concerne les instituts religieux, on expose les différences qu’il y avait entre les diverses classes de soeurs; elles con - cernaient principalement le domaine des devoirs à remplir et des droits qui leur revenaient. L’Auteur attirant l’attention sur la pratique du Saint-Siège et sur divers actes juridiques démontre avec preuves à l’appui que la plus haute autorité de l’Église, surtout à partir des années trente de notre siècle, a toujours charché à supprimer la division en classes qui existait dans les instituts religieux féminins; ce qui fut fait après le concile de Vatican II. L’article souligne un fait très important, à savoir que la division en choeurs n’était imposée par aucune autorité ecclésiastique, mais cette institution pouvait être introduite soit par les fondateurs (fondatrices), soit par d’autres organismes législatifs des différents instituts religieux. La dernière partie de l’article contient la liste des instituts religieux féminins érigés en Pologne, dont les membres n’étaient pas divisés en classes ou en choeurs.
Prawo Kanoniczne
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1992
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vol. 35
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issue 3-4
57-83
PL
In questo articolo l’autore ha analizzato molto importante e sempre attuale problema che si riferisce al ruolo dei formatori. L ’articolo include l’analisi dei suguenti quesiti: la necessita di nominare da parte dei superiori religiosi dei formatori qualificati e responsabili della formazione a tutte le tape della vita religiosa; qualita e condizioni richieste dai formatori e infine, l’autore ha sottolineato gli obblighi comuni a tutti formatori.
Prawo Kanoniczne
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1986
|
vol. 29
|
issue 1-2
149-184
PL
In hoc articulo auctor ea pertractavit, quae in Codice Iuris Canonici requiruntur, ut constitutiones et alia corpora legum institutorum vitae oonsecratae apte recteque concinnentur. In commentatione demonstratum est, cum termino ius proprium cetera corpora legum, ergo et constitutiones amplecterentur, ideo constitutionibus praeter praescripta Codicis, quae in Codice Iuris Canonici corpori fundamentali id est constitutionibus inserenda expresse dicuntur, etiam alia praecepta ad instituta vitae consecratae spectantia annectenda esse. In disceptatione item confirmatur multas esse causas ut characterem instituti, scopum et mentem legislatoris necnon fundatorum et reformatorum, traditiomes instituti et praesentem praxim Congregationis pro Religiosis et Institutis Saecularibus in approbandis constitutionibus usurpatam, quibus efficitur, ut aliae normae constitutionibus, aliae directoriis, aliae statutis aliisque id genus legibus contineantur. Praeterea in articulo canones indicantur, quibus directe vel indirecte praecipitur, qualia Codicis praescripta constitutionibus, qualia vero aliis legum corporibus singulorum vitae consecratae institutorum applicanda sint. Isti etiam canones collati sunt, ex quibus dispositiones diversae ab eis, quae in Codice Iuris Canonici anno 1983 promulgato inveniuntur, dari possunt. Sub finem commentationis duo decreta id est decretum Iuris Canonici Codice et decretum Praescriptis canonum a Congregatione pro Religiosis et Institutis Saecularibus die 2 mensis Februarii 1984 anno edita breviter perstringuntur.
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