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in the keywords:  Chiesa ortodossa
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La Georgia e stata soggetta dalla Russia per quasi duecento anni: prima, quale vittima dell'annessione del Paese dagli Zar russi (1801-1917) e poi, sotto la forma dell'occupazione sovietica (1921-1991 ). Le autorità imperiali russe, sin dall'inizio, non poterono sopportare l'indipendenza della Chiesa ortodossa georgiana, govern-ata del Cattolicos-Patriarca di tutta la Georgia, Antonio II. Nel 1811 deposero il patriarca e sottomisero la Chiesa all'autorità del Sacro Sinodo Russo. In questo modo si interruppe la continuità dell'autocefalia georgiana durata milletrecento anni. La programmata russificazione del Paese non risparmio quest'antica Chiesa. Il Cattolicos fu sostituito dagli esarchi russi, il numero delle eparchie fu ridotto a quattro, la lingua liturgica georgiana chuzuri fu soppressa e sostituita dallo sla-vo, si chiusero sistematicamente antichi monasteri e si face venire in massa il clero russo. Chiese e conventi subirono una serie di saccheggi e devastazioni. Le faccende della rivoluzione bolscevica procurarono un breve momento d'indipendenza: il 25 marzo 1917 la Chiesa riprese l'autocefalia e venne nominato il Cattolicos-Patriarca Kirion II. La rinascita religiosa fu presto impedita dal'occupatzione dell'Armata sovietica che cominciando dal febbraio 1921 segno un periodo di settant'anni esatti di regime antireligioso comunista. Il Patriarca e i Vescovi furono arrestati, quasi il 90% delle chiese furono chiuse e adibite ad edifici di utilità pubblica (musei, magazzini, cinema ecc.), i fedeli furono ostacolati nelle funzioni religiose e, se non obbedivano, venivano perseguitati. La propaganda atea non risparmio ne'bam-bini ne'giovani, ai quali fu assolutamente proibito di partecipare al culto e a qualsiasi istruzione cristiana fino all'età di 18 anni. Negli anni trenta la gerarchia ortodossa georgiana potè ricostituirsi, ma la sua esistenza dipendeva fortemente dalla colla-borazione con il regime. La penetrazione di agenti del KGB nella gerarchia eccle-siastica e le divisioni tra il clero e il Cattolicato ridussero ulteriormente l'operatività della Chiesa nel suo insieme. Agli albori dell'indipendenza statale (1991), la società massimamente scristianizzata divenne una forte sfida per l'odierna gerarchia orto-dossa, favorita dal Governo.
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