L'articolo affronta il problema del contenuto della fede proposta da Ab 2,4 come strumento della vita. L'analisi si concentra prima sul contesto sapienziale della parola di Abacuc, poi sullo sfondo storico dell'intervento profetico e infine sull'esperienza di Abacuc come giusto sofferente. La vita viene della fede nella presenza di Dio anche quando la violenza che tocca il giusto sembra negarla. La giustizia richiesta dell'uomo consiste quindi non tanto nella conformim alla legge, quanto nel giusto rapporto con Dio in cui l'uomo rispetta ił tempo e la modalita dell'azione salvifica di Dio.
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