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in the keywords:  italiano L2
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IT
L’articolo parte dalla considerazione che l’italiano contemporaneo contiene una serie di espressioni provenienti da film cult italiani degli anni ’70.’80 e ’90, comunemente usate sia nel parlato che nello scritto – ad esempio giornalistico. E’ importante che gli apprendenti intermedi e avanzati di italiano L2 ne conoscano il significato ed imparino ad usarle. Per questo, viene proposta la creazione di un’antologia online di film didattizzati per l’insegnamento/apprendimento. L’articolo propone, come base di partenza, espressioni tratte da Amici Miei, film di Verdone e Benigni, dalla saga di Fantozzi e da due film di Moretti.
PL
Artykuł rozpoczyna się od stwierdzenia, że we współczesnym języku włoskim występują liczne wyrażenia pochodzące z kultowych filmów z lat 70., 80. i 90. Są one powszechnie używane w języku mówionym i pisanym – m.in. w mediach. Istotne jest, by osoby uczące się języka włoskiego jako L2 na poziomie średnio zaawansowanym oraz zaawansowanym poznały ich znaczenie i nauczyły się ich używać. Z tego powodu postuluje się stworzenie online antologii filmów dydaktycznych przeznaczonych do nauki/nauczania. Jako materiał wyjściowy proponuje się wyrażenia zaczerpnięte z Moich przyjaciół, filmów Verdonego i Benigniego, sagi o Fantozzim oraz dwóch filmów Morettiego.
EN
This paper proposes a model for the analysis of spelling mistakes that Slovene speakers make in written production in Italian as FL/L2. This model is based on a grid produced by other authors and adapted for the specific needs of the present research. The grid comprises four categories: phonological errors, non-phonological errors, phonetic errors, and punctuation errors. Each category is further divided into sub-categories. The aim of the research is to discover which category yields more errors and what their origin is, in order to propose scientific bases for improvements in teaching Italian to Slovene students. The conclusion is that students and teachers have to deal with first-language interference as well as negative transfer from English as FL/L2, another foreign language that students acquire, and universal strategies comprising generalisation, simplification, and regularisation.
IT
Il presente articolo propone un modello per l’analisi di errori ortografici che L1 sloveni commettono nella produzione scritta in italiano L2/LS. Questo modello si basa su una griglia ideata da altri autori e adattata alle esigenze specifiche della ricerca presentata in questo contributo. La griglia comprende quattro categorie: errori fonologici, non fonologici, fonetici e di interpunzione. Ogni categoria è ulteriormente suddivisa in sottocategorie. L’obiettivo del presente contributo è scoprire quale categoria sia la più rappresentata e quale sia l’origine per proporre delle basi scientifiche sulle quali si potrà migliorare l’insegnamento dell’italiano a slovenofoni. La conclusione è che gli apprendenti e i docenti si devono confrontare con l’interferenza dalla L1, con il transfer negativo dall’inglese L2/LS e con le strategie universali comprendenti la generalizzazione, la semplificazione e la regolarizzazione.
EN
This paper presents findings from the planning and testing of a didactic unit for students of Italian as a second language, a unit that focuses on how to use the multipurpose word che (che polivalente). The materials used in this unit are Italian songs. The aim of this testing is to support the training of future language mediators, interpreters, and translators at the Department of Interpreting and Translation of the University of Bologna by raising awareness about a linguistic trait of the neo-standard, i.e., the new standard variety of Italian language. This paper examines the didactic context of testing, how it was carried out, and the phenomenon of the multipurpose che; it also attempts to classify the various cases of the che polivalente in two macro-areas. The outcomes of a quantitative analysis of the data gathered through monitoring are thought to provide evidence for how this practice of using songs may prove useful both in creating a positive atmosphere that fosters language acquisition, as well as in enhancing motivation based on the concept of pleasure. This may facilitate the processing of an otherwise incomprehensible linguistic input and lay the groundwork for further research on the subject, which may also allow for a broader study.
IT
Questo articolo illustra la progettazione e sperimentazione di un’unità didattica basata su testi di canzoni italiane e finalizzata a facilitare l’approccio con il fenomeno del che polivalente da parte di discenti di lingua italiana L2. Lo scopo di tale sperimentazione è di supportare la formazione di futuri mediatori, interpreti e traduttori presso il Dipartimento di Interpretazione e Traduzione dell’Università di Bologna, favorendo la consapevolezza circa un tratto linguistico dell’italiano neostandard. Verranno presentati il contesto didattico di sperimentazione, il tema del che polivalente, con un tentativo di classificazione delle sue diverse realizzazioni in due macroaree, e l’unità didattica realizzata. Infine, dall’analisi quantitativa degli esiti di un monitoraggio svolto sul gruppo-classe oggetto di studio, si mostrerà come tale pratica si sia rivelata utile a creare un’atmosfera positiva favorevole all’acquisizione e a potenziare la motivazione legata al piacere, facilitando la processabilità di un input linguistico altrimenti incomprensibile e gettando le basi per ulteriori indagini sul tema che consentano di dare vita ad uno studio più ampio.
EN
In the teaching of Italian L2, learners and teachers encounter difficulties when they are faced with the issue of auxiliary selection in the formation of compound tenses. If we analyse the way grammars for foreigners deal with the problem, we notice—between hypertrophic classifications and lists of exceptions—the lack of a model that is able to explain the phenomenon in a systematic and exhaustive manner. Looking at the source, i.e., the Italian L1 grammars, the syntactic model based on the distinction between transitive and intransitive verbs, both in its traditional and non-accusative version, is not suitable for application in L2 teaching, especially in the case of learners from countries where little room during class time is given to metalinguistic reflection. This paper aims to suggest an alternative semantic model that is capable of representing an orientation tool for learners and finding a balance between theoretical and teaching needs, as well as between learning and acquisition. According to our model—which moves the attention from government to diathesis and starts from the meaning of the auxiliaries as autonomous verbs—avere is used when the effects of the action expressed by the verb are directed towards the external world. Meanwhile, essere is used when such effects are directed towards the subject itself, that is, when the syntactic subject of the sentence represents the semantic object of the event, and it therefore assumes the role of the patient, typical of passive and middle diathesis.
IT
Nell’ambito della didattica dell’italiano L2 è nota la difficoltà in cui si imbattono insegnanti e apprendenti quando si trovano ad affrontare la questione dell’alternanza degli ausiliari nella formazione dei tempi composti. Esaminando il modo in cui il problema è trattato nelle grammatiche per stranieri, si nota, tra ipertrofiche classificazioni e teorie di eccezioni, la mancanza di un modello esplicativo capace di dare ragione in maniera organica ed esaustiva del fenomeno. Volgendo lo sguardo alla fonte, ossia alle grammatiche di italiano L1, il modello sintattico fondato sulla distinzione tra verbi transitivi e intransitivi, sia nella sua variante tradizionale sia in quella inaccusativa, risulta ben poco adatto a trovare applicazione nell’ambito della didattica L2, soprattutto nel caso di apprendenti provenienti da paesi nella cui tradizione scolastica si dà poco spazio alla riflessione metalinguistica. Questo contributo si propone di suggerire un modello alternativo di natura semantica capace di rappresentare uno strumento di orientamento per gli apprendenti e di trovare un punto di equilibrio tra esigenze teoriche e didattiche, così come tra apprendimento e acquisizione. Secondo tale modello, che sposta l’attenzione dalla reggenza alla diatesi e muove dal significato degli ausiliari in quanto verbi autonomi, si usa avere quando gli effetti dell’azione espressa dal verbo sono rivolti verso il mondo esterno, essere quando tali effetti sono rivolti verso il soggetto stesso, ossia quando il soggetto sintattico della frase rappresenta l’oggetto semantico dell’evento, assumendo così il ruolo di paziente proprio della diatesi passiva e media.
IT
Questo articolo presenta gli esiti di una sperimentazione in una classe multilivello di italiano L2 di unità didattiche stratificate e differenziate (USD) (Caon 2006) basate su testi di canzoni italiane. Si illustreranno il contesto didattico di applicazione e i fondamenti teorici di tale pratica, della quale verranno riportati brevi esempi. Infine, dall’analisi quantitativa degli esiti dei monitoraggi effettuati sul gruppo-classe oggetto di studio, si mostrerà come tale pratica si sia rivelata utile alla gestione dell’eterogeneità dei livelli e al potenziamento della motivazione legata al piacere (Balboni 1994).
PL
Niniejszy artykuł przedstawia wyniki eksperymentu, przeprowadzonego w wielopoziomowej klasie uczącej się języka włoskiego jako obcego, Eksperyment polegał na zróżnicowaniu jednostek dydaktycznych (Caon 2006), opartych na tekstach włoskich piosenek. Artykuł pokazuje dydaktyczny kontekst zastosowania powyższej metody oraz jej podstawy teoretyczne, ilustrując je zwięzłymi przykładami. Na koniec, z jakościowej analizy obserwacji przeprowadzonych na grupie-klasie będącej przedmiotem badań, pokazano użyteczność metody w kwestii zarządzania zróżnicowaniem poziomów oraz jej pozytywny wpływ na zwiększanie motywacji w połączeniu z przyjemnością (Balboni 1994).
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