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EN
The use of prepositions is difficult to learn. To examine this fact, mistakes in the usage of prepositions were collected from 108 assignments completed by Italian secondary-school students. In this article, these errors are listed and several causes for them have been hypothesised: mistakes due to dialectal interference (type 1; a, b); errors in polyrhematic units (type 2; c, d, e); mistakes due to paradigmatic interference (type 3; f, g, h, i, l); errors due to loss of syntactic orientation (type 4; m, n, o). Following this, teaching strategies based on mistakes are proposed. Finally, an in-depth review of recent grammars and dictionaries is carried out in order to verify how the sections related to prepositions are structured and if the new cognitivist models have been accepted within these didactic instruments.
IT
L’apprendimento degli usi delle preposizioni rappresenta una crux della didattica. Sono stati raccolti gli errori negli usi preposizionali presenti in 108 elaborati prodotti da studenti italiani della scuola secondaria superiore. Gli errori sono stati poi suddivisi e ne sono state ipotizzate le cause: errori dovuti a interferenza dialettale (tipo 1; a, b); errori in espressioni polirematiche (tipo 2; c, d); errori dovuti a interferenza paradigmatica (tipo 3; f, g, h, i, l); errori dovuti alla perdita di orientamento sintattico nel testo (tipo 4; m, n, o, p). Sono state poi suggerite alcune strategie didattiche differenziate in base alle tipologie di errore individuate. Si è infine proceduto a uno spoglio di alcune grammatiche e di alcuni dizionari di nuova generazione al fine di verificare in quale modo siano strutturate le parti relative alle preposizioni e se i nuovi modelli di matrice cognitivista siano stati recepiti all’interno di questi strumenti per la didattica.
EN
This paper presents a series of reflections aimed at simplifying and rationalising the teaching of Italian prepositions in plurilingual learning classes, with particular attention paid to how to classify prepositions and what the best strategy is to introduce them. Generally, Italian L2 books present prepositions in a disordered manner, spread over numerous units. Especially in monographs, prepositions are described within more organic categories; nevertheless, this setting exhausts its explanatory aims by matching the various cases to specific nomenclatures, similar to those used by logical analysis, and mostly exemplified by fictitious examples. We noticed that this strategy disorients the learner, who often fails to fully understand the meanings associated with the various Italian prepositions and opts for mnemonic learning. The danger is also that the student more willingly entrusts the translation of certain meanings from L1 to L2, resulting in fossilisations that are difficult to “correct.” In the preparation of the didactic materials designed for students enrolled in the Centro di Cultura per Stranieri–University of Florence, Italian prepositions have been grouped into four macro-categories, which, from the semantic-cognitive point of view, have intrinsic affinities in many spoken languages, although they do not fall under the same grammatical nomenclature. In this way, the learner is given the opportunity to actively participate in the formation of an L2 competence and to consider the differences and similarities in L1.
IT
Il contributo presenta una serie di riflessioni volte a semplificare e a razionalizzare la didattica delle preposizioni italiane in classi di apprendenti plurilingue, con particolare attenzione alla questione della classificazione e del metodo con cui introdurle. Generalmente nei manuali di italiano L2 le preposizioni vengono presentate in modo disordinato e “sparso” nelle varie unità, o, specialmente in monografie dedicate, sono organizzate e descritte entro categorie più organiche, le quali però esauriscono la portata esplicativa facendo corrispondere ai vari ‘casi’ nomenclature simili a quelle dei complementi dell’analisi logica, corredate da esempi perlopiù fittizi. Abbiamo notato che impostazioni di questo tipo disorientano l’apprendente, il quale spesso rinuncia a comprendere appieno i significati associati alle varie preposizioni dell’italiano e opta per un apprendimento mnemonico. Il pericolo è anche che lo studente si affidi più volentieri alla traduzione di certi significati dalla L1 alla L2, con esiti di fossilizzazioni difficili da “correggere”. Nell’impostazione dei materiali didattici pensati per gli studenti iscritti al Centro di Cultura per Stranieri dell’Università di Firenze, le funzioni assolte dalle preposizioni sono state raggruppate in quattro macro categorie che dal punto di vista semantico-cognitivo hanno affinità intrinseche in molte lingue parlate nel mondo, pur non ricadendo sotto la medesima nomenclatura grammaticale. In questo modo all’apprendente è stata data l’opportunità di partecipare attivamente alla formazione della propria competenza in L2 e di considerare le differenze e le somiglianze con la L1.
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