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2018 | 9.2 | 55-80

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"Essere" o "avere"? La selezione dell’ausiliare: tra teoria e didattica nell’insegnamento dell’italiano a stranieri

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"Essere" or "Avere"? The Selection of Auxiliary: Between Theory and Didactics in the Teaching of Italian L2

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Nell’ambito della didattica dell’italiano L2 è nota la difficoltà in cui si imbattono insegnanti e apprendenti quando si trovano ad affrontare la questione dell’alternanza degli ausiliari nella formazione dei tempi composti. Esaminando il modo in cui il problema è trattato nelle grammatiche per stranieri, si nota, tra ipertrofiche classificazioni e teorie di eccezioni, la mancanza di un modello esplicativo capace di dare ragione in maniera organica ed esaustiva del fenomeno. Volgendo lo sguardo alla fonte, ossia alle grammatiche di italiano L1, il modello sintattico fondato sulla distinzione tra verbi transitivi e intransitivi, sia nella sua variante tradizionale sia in quella inaccusativa, risulta ben poco adatto a trovare applicazione nell’ambito della didattica L2, soprattutto nel caso di apprendenti provenienti da paesi nella cui tradizione scolastica si dà poco spazio alla riflessione metalinguistica. Questo contributo si propone di suggerire un modello alternativo di natura semantica capace di rappresentare uno strumento di orientamento per gli apprendenti e di trovare un punto di equilibrio tra esigenze teoriche e didattiche, così come tra apprendimento e acquisizione. Secondo tale modello, che sposta l’attenzione dalla reggenza alla diatesi e muove dal significato degli ausiliari in quanto verbi autonomi, si usa avere quando gli effetti dell’azione espressa dal verbo sono rivolti verso il mondo esterno, essere quando tali effetti sono rivolti verso il soggetto stesso, ossia quando il soggetto sintattico della frase rappresenta l’oggetto semantico dell’evento, assumendo così il ruolo di paziente proprio della diatesi passiva e media.
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In the teaching of Italian L2, learners and teachers encounter difficulties when they are faced with the issue of auxiliary selection in the formation of compound tenses. If we analyse the way grammars for foreigners deal with the problem, we notice—between hypertrophic classifications and lists of exceptions—the lack of a model that is able to explain the phenomenon in a systematic and exhaustive manner. Looking at the source, i.e., the Italian L1 grammars, the syntactic model based on the distinction between transitive and intransitive verbs, both in its traditional and non-accusative version, is not suitable for application in L2 teaching, especially in the case of learners from countries where little room during class time is given to metalinguistic reflection. This paper aims to suggest an alternative semantic model that is capable of representing an orientation tool for learners and finding a balance between theoretical and teaching needs, as well as between learning and acquisition. According to our model—which moves the attention from government to diathesis and starts from the meaning of the auxiliaries as autonomous verbs—avere is used when the effects of the action expressed by the verb are directed towards the external world. Meanwhile, essere is used when such effects are directed towards the subject itself, that is, when the syntactic subject of the sentence represents the semantic object of the event, and it therefore assumes the role of the patient, typical of passive and middle diathesis.

Year

Issue

9.2

Pages

55-80

Physical description

Dates

published
2018-11-30
received
2017-10-12
accepted
2018-07-25

Contributors

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