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2002 | 42 | 67-88

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Rola świeckich w pismach Ojców Apostolskich i Apologetów greckich II wieku

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The Role of Lay People in the Writings of the Apostolic Fathers and the Greek Apologists of the Second Century
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Il ruolo dei laici nelle opere dei padri apostolici e degli apologisti greci

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Per descrivere il ruolo dei laici nella Chiesa antica negli scritti dei Padri Apostolici ci siamo concentrati su Didache, L’Epistola ai Corinti di Clemente Romano, 1 e 2 Lettera a Filippesi di Policarpo di Smyrne e Pastore di Erma. Abbiamo quindi sottolineato che per capire bene i diversi carismi nella Chiesa primitiva descritti nella Dottrina dei Dodici Apostoli bisogna distinguere tra l’uso del termine „profeta” come una cattegoria generica che abbraccia tutti coloro che sono aperti all'azione dello Spirito Santo e quello piu specifico come carisma profetico data alla comunita dei credenti per interpretare meglio il tempo presente alla luce del Vangelo. Un'altra premessa merita ancora di essere messa in rilievo, e cioe, che secondo la Didache eventuale ruolo dei laci riguarda la comunita ecclesiale locale e non la Chiesa universale. Detto questo il ruolo dei laci in quest'opera sarebbe triplice: discernere tra un profeta itinerante vero da quello falso, poi, sostenere materialmente i veri profeti (qui inizia la famosa decima) e infine partecipare attivamente all'elezione dei vescovi e diaconi. Epistola ai Corinti (40, 5) per la prima volta appare il termine laikos che significa qualcuno che non offre i sacrifici di culto al nome della comunita. Oltre questo, Clemente attribuisce ai laici il compito di eleggere i presbiteri, che peró quando svolgono il loro servizio in maniera degna non possono essere dimessi da nessun laico. Policarpo di Smyrne si concentra sulla descrizione dei compiti dei laici che vivono nel mondo, cioe mogli, vedove, giovani e vergini, chiamati anche essi a dare la testimonianza al Vangelo nella vita quotidiana. Erma invece riceve la missione di annuziare il messaggio „rivelato” a tutti i cristiani che esiste una „paenitentia secunda” dopo il battesimo. Sarebbe quindi in qualche modo il precursore di tutti quei laici lungo la storia della Chiesa che hanno ricevuto le „rivelazioni” private come un aiuto per comprendere meglio la rivelazione pubblica in un determinato contesto storico. Per quanto riguarda invece gli Apologisti greci, nei loro testo non troveremo alcunche sul ruolo dei laci nella Chiesa del II secolo. Loro stessi peró, nella stragrande maggioranza laici, hanno svolto il ruolo fondamentale nella difesa dei cristianesimo dalle false calunnie popolari e dalla persecuzione imperiale, si sono impegnati nella polemica con il politeismo pagano e anche sforzati di presentare la fede cristiana nelle cattegorie filosofiche dell'epoca.
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Per descrivere il ruolo dei laici nella Chiesa antica negli scritti dei Padri Apostolici ci siamo concentrati su Didache, L’Epistola ai Corinti di Clemente Romano, 1 e 2 Lettera a Filippesi di Policarpo di Smyrne e Pastore di Erma. Abbiamo quindi sottolineato che per capire bene i diversi carismi nella Chiesa primitiva descritti nella Dottrina dei Dodici Apostoli bisogna distinguere tra l’uso del termine „profeta” come una cattegoria generica che abbraccia tutti coloro che sono aperti all'azione dello Spirito Santo e quello piu specifico come carisma profetico data alla comunita dei credenti per interpretare meglio il tempo presente alla luce del Vangelo. Un'altra premessa merita ancora di essere messa in rilievo, e cioe, che secondo la Didache eventuale ruolo dei laci riguarda la comunita ecclesiale locale e non la Chiesa universale. Detto questo il ruolo dei laci in quest'opera sarebbe triplice: discernere tra un profeta itinerante vero da quello falso, poi, sostenere materialmente i veri profeti (qui inizia la famosa decima) e infine partecipare attivamente all'elezione dei vescovi e diaconi. Epistola ai Corinti (40, 5) per la prima volta appare il termine laikos che significa qualcuno che non offre i sacrifici di culto al nome della comunita. Oltre questo, Clemente attribuisce ai laici il compito di eleggere i presbiteri, che peró quando svolgono il loro servizio in maniera degna non possono essere dimessi da nessun laico. Policarpo di Smyrne si concentra sulla descrizione dei compiti dei laici che vivono nel mondo, cioe mogli, vedove, giovani e vergini, chiamati anche essi a dare la testimonianza al Vangelo nella vita quotidiana. Erma invece riceve la missione di annuziare il messaggio „rivelato” a tutti i cristiani che esiste una „paenitentia secunda” dopo il battesimo. Sarebbe quindi in qualche modo il precursore di tutti quei laici lungo la storia della Chiesa che hanno ricevuto le „rivelazioni” private come un aiuto per comprendere meglio la rivelazione pubblica in un determinato contesto storico. Per quanto riguarda invece gli Apologisti greci, nei loro testo non troveremo alcunche sul ruolo dei laci nella Chiesa del II secolo. Loro stessi peró, nella stragrande maggioranza laici, hanno svolto il ruolo fondamentale nella difesa dei cristianesimo dalle false calunnie popolari e dalla persecuzione imperiale, si sono impegnati nella polemica con il politeismo pagano e anche sforzati di presentare la fede cristiana nelle cattegorie filosofiche dell'epoca.

Journal

Year

Volume

42

Pages

67-88

Physical description

Dates

published
2003-01-15

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YADDA identifier

bwmeta1.element.ojs-doi-10_31743_vp_7144
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