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Ius Matrimoniale
|
1998
|
vol. 9
|
issue 3
151-171
EN
L’impegno a favore del nascituro e uno dei segni vitali e dei dilemni delia civiltà contemporanea. Si quarda all’uomo prima della nascita per intenderlo fondamentalmente come persona o per sottrargli tale diritto connaturato. E ciò si riflette sulla coscienza sociale in senso lato e sui riferimenti dei singoli individui                      e gruppi sociali e professionali. Nell’ordine naturale viene prima la famiglia, comunità - comunione di individui arricchita dall’arrivo di una nuova persona e, non semplicemente di un essere. L’ambiente d’amore che dovrebbe contrassegnare la famiglia e un fattore essenziale per la concezione del nascituro. Intenderlo in quanto persona trova direttamente riscontro nella realtà delle relazioni giuridiche interne alla famiglia e anche dei fattori estrinseci della sua complessa collocazione legislativa. Altro nucleo, stavolta professionale, e rappresentato dal personale medico e paramedico a tutti i suoi livelli, categorie e competenze. II suo rapporto con il nascituro e un campo vasto, che plasma in misura straordinaria che l’atteggiamento della società in questa materia. II mondo della medicina ha spesso un’influenza preponderante sugli altri campi della vita. Pertanto è molto grande la responsabilità che ricade su infermiere, ostetriche e medici. Ciascuno nel proprio ambito di conoscenza, esperienza e competenza dovrebbe mettersi definitivamente al servizio del nascituro. Si può dire che qui è messa alla prova la purezza del servizio medico per la persona. Tutti questi campi e queste dimensioni devono trovare riscontro nella legislazione, nei suoi artefici e nei suoi esecutori. In tale ambito si avverte il bisogno cogliere il carattere di servizio della legge, spede nei confronti del nascituro.
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EN
The article aims to analyze the Old Testament’s idea of life before birth. Firstly, I examine some expressions describing sexual intercourse. Secondly, I study the meaning of the word הרה hārāh “to conceive”. Thirdly, I analyze some crucial texts (ad es. Rdz 25, 21– 24; Wj 21, 22–25; Hi 10; Ps 139). At the end, I offer a brief synthesis of the Old Testament’s idea about life between conception and birth.
EN
The dignity of human person demands – among other things – that in case of one's death a proper burial is given. This obvious obligation seems to be somehow suspended, when it is an unborn child, who dies. Meanwhile, the Church is the only institution, which consequently defends the dignity and life of every unborn child. Its canon and liturgical law explicates strong conviction, that every human person's dignity should be respected, also by a burial. Surprisingly, not all in the Church seem to appreciate that approach. The present study is to remind all about that moral obligation of this final sign of respect toward unborn.
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