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Translationes
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2014
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vol. 6
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issue 1
35-45
EN
Essentially a personal account of how translation is taught and assessed in the English department at the University of Banja Luka, this paper has been written in a very down-to-earth tone aiming to explain a broader social and educational context which determines the way translation is perceived in and outside the classroom. Going beyond a critical overview of how the department‘s translation class is managed, the paper ends with practical suggestions as to how translation teaching and assessment could be improved despite a number of institutional limitations surrounding it.
IT
Il presente lavoro, in sostanza un resoconto sullo svolgimento del processo di insegnamento e di valutazione della traduzione nel dipartimento di Inglese dell'Università di Banja Luka, è stato elaborato tenendo presente un contesto sociale ed educativo più esteso, responsabile, tra l'altro del modo in cui venga percepita la traduzione al di fuori del mondo universitario. Andando oltre l'analisi critica delle modalità di funzionamento della traduzione come disciplina nel nostro dipartimento, questo lavoro si conclude con dei suggerimenti di carattere pratico su come migliorare il processo di insegnamento e di valutazione della traduzione, a discapito di non poche limitazioni istituzionali.
EN
The aim of this article is to illustrate the strategies adopted to translate the dash from Macedonian into Italian in contemporary literary texts. This punctuation mark follows partially different principles in the two languages: morpho-syntactic and informative-textual ones in Macedonian and informative-textual principles in Italian. In addition, the source language reveals a frequent and systematic use of the dash, while it is not very common in the target language nor fully integrated into its punctuation system. From this analysis, two significant data have emerged. Firstly, it has been observed that, amongst the translating strategies of the dash from Macedonian into Italian, what prevails is the use of a “passe-partout” comma, which separates two clauses and replaces stronger punctuation marks, such as the colon, the semicolon, and the period. Secondly, it has been observed that the translation does not contribute to transferring the Macedonian model into the Italian language: the dash of the original text is kept in the target text only when there is equivalence between the two punctuation systems.
IT
il contributo si propone di illustrare le strategie applicate nell’atto traduttivo della lineetta singola dal macedone all’italiano in testi letterari contemporanei. Nelle due lingue il segno di punteggiatura risponde a principi parzialmente diversi: morfosintattici e informativo-testuali in macedone e informativo-testuali per quanto riguarda l’italiano. Inoltre, la lingua di partenza presenta un uso frequente e sistematico della lineetta singola, mentre nella lingua d’arrivo essa non è pienamente integrata nel sistema interpuntivo ed è poco diffusa. Dall’analisi sono emersi due dati significativi. Si è osservato, innanzitutto, che tra le strategie di resa della lineetta dal macedone all’italiano predomina la sostituzione con la virgola “passepartout”, la quale si pone a cavallo di due Enunciati al posto dei segni interpuntivi più forti, quali i due punti, il punto e virgola e il punto fermo. In secondo luogo, si è notato che il risultato della traduzione non contribuisce a diffondere in italiano usi plasmati sul modello macedone: la lineetta singola del testo originale è trasposta nel testo di arrivo unicamente quando c’è equivalenza tra i due sistemi interpuntivi.
EN
The aim of this paper is to offer a comprehensive review of Polish research on translations of children’s and young adult literature. In the first part, I outline which disciplines are represented by Polish researchers who specialise in this subdiscipline, and then I present in chronological order the development of research from the 1960s, through the fertile period of the turn of the millennium, to the most recent years. Furthermore, I outline the general trends and orientations visible in research on this type of translation, placing particular attention on Polish researchers’ references to general research in Translation Studies.
IT
L’obiettivo del presente articolo è quello di offrire un’ampia rassegna degli studi polacchi sulle traduzioni di letteratura per l’infanzia e l’adolescenza. Nella prima parte l’autrice specifica quali sono le discipline della scienza rappresentate dagli studiosi che si occupano di tale subdisciplina, per poi passare in rassegna cronologica lo sviluppo delle ricerche, dalla fase iniziale negli anni Sessanta fino ai tempi più recenti. Vengono individuate inoltre tendenze generali e ambiti di ricerca che si possono notare negli studi su tale tipologia di traduzioni, con un’attenzione particolare nei confronti dei richiami, da parte degli studiosi polacchi, alle ricerche inerenti alla scienza della traduzione.
EN
The present article aims to analyse the 20 th -century Polish translations of Pietro Bembo’s work. Although Bembo was one of the main representatives of the Italian Renaissance and a prolific writer, of all his lyric poetry, only six songs from the collection "Rime", a short poem from the dialogue "Gli Asolani", and recently the "Stanze" have been fully translated. We owe most of the earlier translations to Julia Dickstein-Wieleżyńska, an important populariser of Italian culture in the interwar period. Two poems were translated by Maria Grossekowa, a poet, publicist, and feminist of the early 20 th century. The small fragments of Bembo’s sonnets translated by Edward Porębowicz are also worthy of mention. The article focuses on the metric-formal and semantic-lexical analysis of Dickstein- Wieleżyńska’s versions and examines the techniques used by the translator. Dickstein-Wieleżyńska’s translations are quite equivalent semantically, and although she introduces some reduction or amplification, she does so without upsetting the semantic dominant. Moreover, it has been noted that, in her translations, Dickstein-Wieleżyńska often uses terms that refer to an idea of brightness, which also characterises her own poetic writing. Since Bembo is considered the pioneer of Petrarchism, the analysis of the Polish translations of Bembo’s poems is deepened through comparisons with some versions of Petrarch’s poems translated by Felicjan Faleński and published in 1881.
IT
Il presente articolo si pone l’obiettivo di analizzare le traduzioni polacche novecentesche di Pietro Bembo. Anche se Bembo è uno dei principali rappresentanti del Rinascimento italiano e uno scrittore prolifico, di tutte le sue liriche sono state tradotte integralmente soltanto sei canzoni dalla raccolta "Rime", una breve poesia dal dialogo "Gli Asolani" e recentemente le "Stanze". La maggior parte delle traduzioni le dobbiamo a Julia Dickstein-Wieleżyńska, importante divulgatrice della cultura italiana nel periodo interbellico. Due poesie sono state tradotte da Maria Grossekowa, una poetessa, pubblicista e femminista dei primi del Novecento. Bisogna menzionare anche i piccoli frammenti dei sonetti di Bembo tradotti da Edward Porębowicz. L’articolo si concentra sull’analisi metrico- formale e semantico-lessicale delle versioni di Dickstein-Wieleżyńska ed esamina le tecniche usate dalla traduttrice. Le traduzioni sono piuttosto equivalenti dal punto di vista semantico. Sebbene la traduttrice introduca qualche riduzione o amplificazione, lo fa senza sconvolgere la dominante. Inoltre, è stato notato che Dickstein-Wieleżyńska nelle sue traduzioni spesso utilizza i termini che rimandano a un’idea di luminosità e che rappresentano anche una delle dominanti della sua produzione poetica. Poiché Bembo è considerato il pioniere del petrarchismo, l’analisi delle traduzioni polacche dei componimenti bembiani viene approfondita dalla comparazione con alcune versioni delle poesie di Petrarca realizzate da Felicjan Faleński e pubblicate nel 1881.
IT
Il presente studio si concentra sulle traduzioni italiane di due libri informativi per bambini in inglese – Wasted World (2009) e Kids Fight Climate Change (2020) –, che trattano di tematiche ambientali. I testi divulgativi sono il risultato di un complesso processo il cui scopo è quello di rendere comprensibile ai giovani lettori un sapere specialistico. Per farlo, questi libri si affidano a diverse strategie discorsive, come diversi tipi di spiegazione, e a diverse forme di coinvolgimento dei lettori, come le domande e l’ironia. Sono parte, infatti, di un fenomeno chiamato “edutainment” in cui educazione e intrattenimento si intrecciano per creare un “genere ibrido” (Buckingham e Scanlon, 2005). In particolare, i testi in analisi affrontano questioni ecologiche ed ambientali. Hanno pertanto un duplice scopo: informare e sensibilizzare i bambini all’interno di una prospettiva di sviluppo dell’“ecoliteracy”. Nonostante l’importanza di questi prodotti letterari, la traduzione di testi divulgativi è ancora un campo di ricerca poco esplorato sia in termini di diffusione destinata agli adulti che di diffusione destinata ai bambini. L’analisi comparativa si concentra sulle modalità tramite cui il riscaldamento globale e il cambiamento climatico vengono affrontati all’interno di questi testi e nelle rispettive traduzioni. Si esamina, nello specifico, come vengono tradotte le strategie divulgative, data la loro importanza nella disseminazione della conoscenza rivolta ai bambini. I risultati mostrano che le traduzioni italiane, pur mantenendo il connubio tra educazione e intrattenimento, tendono ad essere più precise e più complesse. Questo è in linea con le differenze interculturali identificate tra le culture a basso contesto (LC) e quelle ad alto contesto (HC).
EN
The paper focuses on the Italian translations of two English informational books for children: Wasted World (2009) and Kids Fight Climate Change (2020), which deal with environmental issues. Informational books texts result from a complex dissemination process aimed at making specialised knowledge comprehensible to young readers. To achieve this purpose, informational books rely on various discursive popularising strategies, such as an array of explanations, and various methods for eliciting readers’ engagement, such as questions and irony. Indeed, they are part of what has come to be known as “edutainment,” in which education and entertainment are intertwined to create a “hybrid genre” (Buckingham and Scanlon, 2005). As the texts examined in the paper engage with ecology and environmental issues, they have a dual purpose: to inform and to raise awareness (ecoliteracy). Despite the importance of popularising texts, the translation of such products is still an underexplored field of research. The comparative analysis of the two English texts and their respective Italian translations centres on how global warming and climate change are described in the source and target texts. It examines how the popularising strategies are translated, given their importance in knowledge dissemination for children. The findings indicate that Italian translations, though retaining the combination of education and entertainment, tend to be more precise and more complex than the source texts. This is in line with the intercultural differences identified between Low Context (LC) cultures and High Context (HC) cultures.
EN
Henryk Sienkiewicz’s novel "Quo Vadis" made its way into Italy at the end of the 19 th century through the efforts of Neapolitan translator Federigo Verdinois. The first part of this paper outlines the history of the popularity of "Quo Vadis" by focusing on the operations of Milanese publishers that made the Polish novel part of their offer in a variety of ways (as translations, adaptations, reworkings, plagiarisms, etc.). Bibliometric methods are used to establish why so many publishing houses decided to publish Henryk Sienkiewicz’s Roman romance. The analysis of the bibliometric data of the published translations helped assess and describe the extent and the character of the popularity that the novel garnered among Milanese publishers. The second part of the paper relates the findings of a multi-method quantitative study of the same material. The number of word tokens was compared between the original and the translations. The lexical richness across the texts under study was compared by means of the moving average type-token ratio (MATTR). Sentence lengths were also compared, as was sentence length distribution as time series. Two different programmes ("WCopyFind and Tracer") yielded very similar results on the degree of the similarity of five-word phrases in pairs of translations, which was determined in network analysis.
IT
L’opera "Quo vadis" di Henryk Sienkiewicz arrivò in Italia alla fine del XIX secolo grazie al traduttore napoletano Federigo Verdinois. Lo scopo della prima parte del contributo è quello di presentare la storia della popolarità del romanzo "Quo vadis" attraverso le azioni delle case editrici milanesi, le quali hanno introdotto l’opera del polacco, in varie forme, nella sua offerta editoriale (come traduzioni, adattamenti, parafrasi, plagi). La ricostruzione della storia delle traduzioni del romanzo romano di Henryk Sienkiewicz è stata possibile grazie al metodo biblometrico che è stato ustato nella prima parte dell’articolo. L’analisi dei dati bibliografici raccolti ha permesso di valutare e descrivere la grandezza e il carattere della popolarità di "Quo vadis" tra gli editori milanesi nella prima parte del XX secolo. Nella seconda parte del contributo per meglio far luce sulle complicate sorti milanesi dell’opera di Sienkiewicz abbiamo usato alcuni metodi d’analisi quantitativa. Abbiamo paragonato il numero delle parole in originale e nelle traduzioni descritte nella prima parte. La ricchezza del vocabolario di tutti i testi esaminati è stata misurata e confrontata usando il calcolo della media mobile del rapporto del numero di parole alla lunghezza del testo (MATTR). Abbiamo confrontato anche le lunghezze delle frasi come serie temporali. I due programmi diversi ("WCopyFind e Tracer"), utili per le analisi delle reti, hanno dato risultati simili per il numero delle somiglianze delle frasi di pentagrammi verbali tra le traduzioni di "Quo vadis".
IT
La storia e la produzione editoriale della casa editrice Nasza Księgarnia fondata nel 1921 a Varsavia e operante fino ad oggi, è un tema che è stato oggetto di intense ricerche condotte da bibliologi e studiosi di letteratura per l’infanzia negli ultimi decenni (Bylina, 1961; Aleksandrzak, 1972; Rogoż, 2009; Jamróz-Stolarska, 2014; Biernacka-Licznar, 2018a; Gawryluk, Lajborek & Korobkiewicz, 2021). La questione del repertorio editoriale di autori polacchi contemporanei le cui opere sono state scritte dopo il 2000, e la loro traduzione in italiano, non ha finora incontrato l’interesse dei ricercatori polacchi. L’obiettivo dell’articolo è quello di analizzare il repertorio editoriale di Nasza Księgarnia e stabilire un elenco di titoli che sono stati pubblicati in Italia nel periodo 2012–2022. L’uso del metodo statistico nello studio e le interviste con le persone responsabili dell’introduzione dell’offerta editoriale sul mercato italiano hanno permesso di ottenere dati affidabili e dettagliati per descrivere il repertorio che si è affacciato sul mercato editoriale italiano nell’ ultimo decennio.
EN
The history and publishing output of Nasza Księgarnia, Poland’s biggest publisher of children’s and young adult literature founded in 1921 and still operating, has been extensively researched by bibliologists and literature scholars over the last decades (Bylina, 1961; Aleksandrzak, 1972; Rogoż, 2009; Jamróz-Stolarska, 2014; Biernacka-Licznar, 2018a; Gawryluk, Lajborek & Korobkiewicz, 2021). However, the post-2000 productions of contemporary Polish writers and their translations into Italian have not attracted interest from Polish researchers yet. The paper aims to examine the publishing repertory of Nasza Księgarnia and identify the list of titles that made their way into the hands of the Italian reading public between 2012 and 2022. Based on the bibliometric method and interviews with the NK staff, the study generated reliable data and yielded a detailed account of the repertory released on the Italian publishing market in the last decade.
EN
This paper presents a series of reflections aimed at simplifying and rationalising the teaching of Italian prepositions in plurilingual learning classes, with particular attention paid to how to classify prepositions and what the best strategy is to introduce them. Generally, Italian L2 books present prepositions in a disordered manner, spread over numerous units. Especially in monographs, prepositions are described within more organic categories; nevertheless, this setting exhausts its explanatory aims by matching the various cases to specific nomenclatures, similar to those used by logical analysis, and mostly exemplified by fictitious examples. We noticed that this strategy disorients the learner, who often fails to fully understand the meanings associated with the various Italian prepositions and opts for mnemonic learning. The danger is also that the student more willingly entrusts the translation of certain meanings from L1 to L2, resulting in fossilisations that are difficult to “correct.” In the preparation of the didactic materials designed for students enrolled in the Centro di Cultura per Stranieri–University of Florence, Italian prepositions have been grouped into four macro-categories, which, from the semantic-cognitive point of view, have intrinsic affinities in many spoken languages, although they do not fall under the same grammatical nomenclature. In this way, the learner is given the opportunity to actively participate in the formation of an L2 competence and to consider the differences and similarities in L1.
IT
Il contributo presenta una serie di riflessioni volte a semplificare e a razionalizzare la didattica delle preposizioni italiane in classi di apprendenti plurilingue, con particolare attenzione alla questione della classificazione e del metodo con cui introdurle. Generalmente nei manuali di italiano L2 le preposizioni vengono presentate in modo disordinato e “sparso” nelle varie unità, o, specialmente in monografie dedicate, sono organizzate e descritte entro categorie più organiche, le quali però esauriscono la portata esplicativa facendo corrispondere ai vari ‘casi’ nomenclature simili a quelle dei complementi dell’analisi logica, corredate da esempi perlopiù fittizi. Abbiamo notato che impostazioni di questo tipo disorientano l’apprendente, il quale spesso rinuncia a comprendere appieno i significati associati alle varie preposizioni dell’italiano e opta per un apprendimento mnemonico. Il pericolo è anche che lo studente si affidi più volentieri alla traduzione di certi significati dalla L1 alla L2, con esiti di fossilizzazioni difficili da “correggere”. Nell’impostazione dei materiali didattici pensati per gli studenti iscritti al Centro di Cultura per Stranieri dell’Università di Firenze, le funzioni assolte dalle preposizioni sono state raggruppate in quattro macro categorie che dal punto di vista semantico-cognitivo hanno affinità intrinseche in molte lingue parlate nel mondo, pur non ricadendo sotto la medesima nomenclatura grammaticale. In questo modo all’apprendente è stata data l’opportunità di partecipare attivamente alla formazione della propria competenza in L2 e di considerare le differenze e le somiglianze con la L1.
EN
The article shall cover issues related to the plurality of names of diseases in Italian, Polish and English language. By making reference to their Latin etymology as well as to the multilingual corpus based on the ICD-10 classification provided by the World Health Organization, the authors aim at highlighting a number of translation problems of different categories of diseases by analyzing individual clinical entities from sociolinguistic approach including features such as eponyms, erudite and popular derivatives, Greek, Latin and Latinized forms. In this respect, the differences between various levels of medical communication shall be discussed as well as the frequency of use of some variant forms of diseases in Italian and Polish present within two reference corpora respectively (with a brief remark to English language). Finally, the authors shall point out selected examples of incorrectly rendered forms of diseases between Italian, Polish and English.
IT
L’articolo toccherà argomenti relativi alla pluralità di denominazioni di malattie in lingua italiana, polacca e inglese. Facendo riferimento alla loro etimologia latina nonché al corpus terminologico plurilingue tratto dalla Classificazione ICD-10 dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, gli autori metteranno in evidenza i problemi traduttivi di diverse categorie di entità nosologiche analizzando i loro nomi dal punto di vista sociolinguistico, tra i quali i termini eponimici, derivati dotti e popolari, forme greche, latine e latineggianti. In tale contesto si discuteranno le differenze tra i diversi livelli di discorso nella comunicazione medica e della frequenza d’uso di alcune forme varianti di malattie in italiano e in polacco nei rispettivi corpora di riferimento (con alcuni cenni al caso della lingua inglese). Da ultimo, gli autori menzioneranno esempi di forme difettose nella traduzione di malattie tra l’italiano, il polacco e l’inglese.
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IT
SOMMARIO | il saggio, ricco in riferimenti alla poesia internazionale (A. Pozzi, A. Merini, j. Przyboś, G. Snyder, M. Fernandes), alla letteratura religiosa (S. Stevan, A.M. Canopi) e popolare (G. Mattei), inoltre alla saggistica dotta (L. Bernardini, S. Gra- ciotti), costituisce una riflessione sul ruolo del piacere come una delle ragioni principali per cui si traduce. All’inizio si spiega il perche dei riferimenti alle soggettive esperienze traslatologiche dell’autrice. Poi si analizzano e si classificano vari aspetti del piacere del lettore. il punto di partenza e quindi l’avventura di lettura e di curiosita che viene saziata nell’atto di leggere. inoltre, vengono discusse alcune ragioni non-intellettuali per cui si intraprende la traduzione, specialmente quelle emotive e psicologiche. Dopo vengono presentate difficolta nel rendere in una lingua straniera il testo scritto in uno dei linguaggi settoriali. Poi si esamina la sfida della traduzione della poesia. Alla fine, come allusione al pensiero di Władysław Tatarkiewicz, il piacere del traduttore viene paragonato al piacere del cacciatore. In un tale contesto, ogni atto di traduzione si presenta come un atto d’amore per la lingua, letteratura e cultura. Il testo si conclude con la traduzione de La derniere translation di Millór Fernandes.
EN
The essay, containing references to international poetry (A. Pozzi, A. Merini, J. Przyboś, G. Snyder, M. Fernandes), popular (G. Mattei), religious (S. Stevan, A.M. Canopi) and academic literature (L. Bernardini, S. Graciotti), deals with the problem of considering the pleasure a significant reason for which we translate. First of all, the ref¬erences to the author’s personal experiences of translating are discussed. Besides, various aspects of the reader’s pleasure are analysed and classified, starting with the adventure of reading and satisfying one’s curiosity. Moreover, the not intellectual, psychological and emotional motivations of translation are expanded upon. Furthermore, the difficulties of rendering a specialized text are presented. Subsequently, the challenge of translating poetry into a foreign language is examined. Finally, in reference to Władysław Tatarkiew- icz’s thought, the translator’s pleasure is likened to the hunter’s pleasure. In such a context, each act of translation may be seen an act of love for language, literature and culture. Last but not least, the translation of a self-referential poem La derniere translation by Millór Fernandes is presented and commented on.
IT
Lo studio si concentra sulla lunga e travagliata storia editoriale della prima edizione completa dei Canti leopardiani in polacco, ad opera di Julia Dickstein-Wieleżyńska (1881–1948), traduttrice poliglotta, poetessa, animatrice della vita culturale, attivista femminista e studiosa di letteratura e filosofia. Il volume, intitolato Poezje, fu pubblicato nel 1938 presso la casa editrice Instytut Wydawniczy “Biblioteka Polska”. Eppure dalle lettere inedite di Dickstein-Wieleżyńska a Raffaele Pettazzoni (1883–1959), eminente studioso delle religioni e suo caro amico e mentore, risulta che nel progetto originario, risalente all’inizio degli anni Venti del Novecento, nella raccolta dovevano esser incluse le traduzioni di Edward Porębowicz (1862–1937), studioso delle lingue e delle letterature romanze, eseguite per la sua selezione di scritti leopardiani del 1887. Nonostante che Porębowicz avesse ritirato il permesso per la pubblicazione dei suoi testi nel 1924 e Dicksteinówna fosse stata costretta a tradurre altre diciotto poesie, il volume era stato approntato per le stampe all’inizio del 1925. Basandosi su materiali di archivio, l’autrice indaga sui motivi di questa cospicua distanza tra la stesura dei testi e la pubblicazione del volume. Esaminate nella prospettiva dei recenti studi sulla traduzione, le lettere di Wieleżyńska gettano una nuova luce non solo su agenti, modi e circostanze del lavoro traduttivo ed editoriale nel primo Novecento, ma anche sulla posizione delle donne nelle gerarchie culturali e accademiche dell’epoca.
EN
The paper focuses on the long and complex editorial history of the first complete translation of Giacomo Leopardi’s Canti into Polish. Entitled Poezje and published by Instytut Wydawniczy ‘Biblioteka Polska’ in 1938, the volume was translated by Julia Dickstein-Wieleżyńska (1881–1948), a polyglot, poet, organiser of cultural events, feminist activist and literature and philosophy scholar. Dickstein-Wieleżyńska’s letters to Raffaele Pettazzoni (1883–1959), her close friend and mentor and himself an eminent scholar of religions, suggest that the original idea of the book as conceived in the early 1920s also envisaged the inclusion of translations by Edward Porębowicz (1862–1937), which had been made for his 1887 collection of Leopardi’s writings. Although Porębowicz had withdrawn his permission for publishing his versions in 1924 and Dickstein-Wielżyńska had to translate another eighteen poems, the manuscript was ready for printing at the beginning of 1925. Drawing on archival resources, the author investigates the reasons behind the conspicuous temporal distance between the drafting of the translations and their publication in the volume of Poezje. Examined from the perspective of recent translation and collaboration studies, Wieleżyńska’s letters shed some new light not only on the agents, modes and circumstances of translation and editorial work in the early twentieth century, but also on the position of women in the cultural and academic hierarchies of the time.
IT
L’articolo presenta diverse tendenze di esprimere i rapporti di caratterizzazione in italiano e russo, riconducibili non tanto alle differenze del sistema grammaticale, quanto all’uso comune condiviso dai parlanti. Quando l’elemento centrale di una situazione contiene un rinvio a un’altra situazione, la giustapposizione/coordinazione (con una forma di legamento di tipo prevalentemente anaforico) degli esempi russi viene spesso trasformata in italiano in una subordinazione relativa nella sua versione appositiva o predicativa, creando quindi un rapporto più stretto dal punto di vista sintattico.
PL
Artykuł prezentuje różne sposoby wyrażenia relacji charakterystyki w języku włoskim i rosyjskim widziane nie jako różnice w systemach gramatycznych, ale jako uzus językowy. Kiedy główny element wypowiedzi zawiera odesłanie do innej sytuacji, rosyjskie wyrażenia współrzędne spójnikowe/bezspójnikowe (będące formą łącznika anaforycznego) zostaną przekształcone na włoskie zdania podrzędne względne (przydawkowe lub predykatywne), tworząc w ten sposób znacznie bliższą relację ze składniowego punktu widzenia.
IT
Yves Bonnefoy, il più grande poeta francese della seconda metà del Novecento, è stato anche traduttore, soprattutto di testi inglesi, tra i quali l’opera intera di Shakespeare. Alla fine della sua vita, dedicata in parte allo studio dell’arte italiana (Rinascimento, Barocco, arte moderna), ha tradotto ventiquattro sonetti di Petrarca. In questo articolo abbiamo lo scopo di mostrare la coerenza dell’opera di Bonnefoy. Ha sviluppato un’etica della poesia che comprendeva anche la traduzione, “scuola del rispetto” (verso l’autore del testo sorgente, nonché verso se stesso e verso i lettori). Ha scelto per la traduzione dei sonetti di Petrarca parole, ritmi, costruzioni di frasi che si trovano nelle sue poesie. La violenza e la teatralità di questi sonetti assomigliano a quelle di Douve o di Nell’ insidia della soglia. Ne consegue che mentre traduce fedelmente, collega i versi di Petrarca ai suoi, nella continuità della sua propria opera.
PL
Yves Bonnefoy, najsłynniejszy poeta francuski drugiej połowy XX wieku, był także tłumaczem. Przeważnie tłumaczył teksty angielskie, m.in. całą spuściznę Szekspira. Opracował, w esejach i wywiadach, swoją własną wizję tłumaczenia, a pod koniec życia poświęcił się po części badaniom sztuki włoskiej (renesans, barok, sztuka nowoczesna), przetłumaczył dwadzieścia jeden sonetów Petrarki. W tym artykule proponujemy ukazanie spójności pracy Yves’a Bonnefoy. Rozwinął on pewną etykę poezji, która obejmowała również przekłady, definiowana zaś była jako „szkoła szacunku” (wobec autora tekstu źródłowego, wobec siebie i wobec czytelników). Do swoich tłumaczeń sonetów Petrarki wybrał słowa, rytmy i frazy, które znalazł we własnych zbiorach wierszy. Przemoc i teatralność tych sonetów przypomina tę z Douve’a lub In the lure of the Threshold. W rezultacie, wiernie tłumacząc, łączy wersety Petrarki z własnymi, w ciągłości własnej pracy.
EN
Yves Bonnefoy, the most famous French poet of the second part of the XXth century, was also a translator. He mainly translated English texts, and among them the whole work of Shakespeare. He has developed, in essays and interviews, his vision of the translation, and at the end of his life partially dedicated to the study of Italian Art (Renaissance, Baroque, Modern Art), he translated twenty one sonnets of Petrarch. In this article we propose to show the coherence of the work of Yves Bonnefoy. He developed an ethics of poetry that also included translation, defined as “the school of the respect” (towards the author of the source text, towards oneself and towards readers). For his translation of Petrarch’s sonnets he chose words, rhythms, and phrases that were found in his collections of poems. The violence and the theatricality of these sonnets resemble those of Douve or In the lure of the Threshold. As a result, while translating faithfully, he links Petrarch’s verses to his own, in the continuity of his own work.
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